Lucia Barnaba, morta la food blogger del cibo sano: da Roma alle campagne pugliesi per riscoprirsi “contadina”

La donna lottava contro un tumore, aveva 39 anni

Lucia Barnaba, morta la food blogger del cibo sano: da Roma alla Manduria per riscoprirsi “contadina”
di Nazareno Dinoi
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Domenica 7 Gennaio 2024, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 08:34

«Quest’anno stiamo facendo grandi cose», scriveva a luglio dello scorso anno Lucia Barnaba. Non era vero, perché aveva da poco scoperto di avere un tumore rarissimo e molto invasivo. Che l’ha spenta il 5 gennaio, due giorni fa, nella sua Manduria dove aveva deciso di tornare dopo quindici anni vissuti a Roma, per studio e per lavoro. Di lei si è parlato molto e si continuerà a parlare nel mondo degli alimenti naturali, della cucina lenta, dei prodotti del cortile sotto casa, delle produzioni a chilometro zero. Aveva 39 anni e negli ultimi tre era riuscita a conquistare spazi sempre più seguiti nel suo settore. Laurea in marketing alla Luiss, dopo la chiusura della start up svizzera del turismo per cui lavorava, la dottoressa decise di farsi da sola e investire su qualcosa che l’aveva sempre affascinata: il cibo sano. Così, con il marito Giorgio D’angelo, romano di sangue ma con legami salentini (è informatico e collabora da anni con un’azienda di Lecce), si ricordano di quei pochi ettari di uliveti secolari che suo padre coltivava ancora nelle campagne tra Manduria Avetrana. È nata così «Apulia Farm», azienda a conduzione familiare dove si lavora ancora con la zappa e dove sono banditi prodotti chimici per far fiorire la natura. In poco tempo Lucia diventa una food blogger seguitissima sui social e crea un marchio di fabbrica di prodotti naturali che conquistano le tavole dei salutisti e gli scaffali dei negozi di nicchia. Olio d’oliva extravergine, miele, ortaggi e verdure e soprattutto il pomodorino di Manduria, un’antica varietà ripescata e ricoltivata da un’altra azienda manduriana che affida a «Apulia Farm» la commercializzazione e la promozione. È un successo. Della sua avventura agro green si interessano i programmi specializzati delle reti nazionali. La sua città, a marzo dello scorso anno, gli attribuisce un premio per le sue qualità di food blogger e divulgatrice di prodotti della natura. La strada del successo sembrava spianata sino alla terribile diagnosi che scopre a giugno scorso.

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I clienti e i suoi numerosi fan lo intuiscono da un post, amaro ma coraggioso, che Lucia affida a Facebook: «La vita a volte ti fa dei pessimi regali, in momenti in cui non te lo aspetti, in cui tutto avresti immaginato tranne questo.

La vita ti chiede di essere forti, di reagire, ma spesso non è facile. In queste fasi di vita impari a capire da uno sguardo, da una parola o da una carezza, le persone che veramente ti vogliono bene. Tutto il resto non conta! Sono prove, dure prove che ti insegnano ad essere più forte. È una guerra che deve essere vinta».

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LE CURE E GLI USA

Invece no. La guerra l’ha vinta il suo male contro cui ha lottato con tutte le sue forze sperimentando anche costosissime cure che venivano dagli Stati Uniti. Il 31 dicembre scorso, cinque giorni prima che si arrendesse al male, Lucia ha trovato la forza di augurare il buon anno a tutti. Lo fa quando sente che la vita la sta lasciando per condividere un post che lei stessa aveva pubblicato il 31 dicembre dell’anno prima. Sono parole di Madre Teresa di Calcutta che Lucia fa sue. Leggerle oggi, oltre che commuovere, si capisce che sono il testamento che Lucia ha voluto lasciare a chi ha creduto nella sua meravigliosa favola: «Non smettere mai di correre verso un traguardo, non smettere di essere te stesso, lotta sempre per ciò che desideri. Vivi per la tua vita, ama chi ti ama e aiuta quando puoi, sogna sempre mete impossibili, regalati in ogni istante attimi di vita eterna e in tutto questo immenso vivere racchiudi la magia dell’amore».

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