Harrison Ford, la sua controfigura si dà fuoco sul palco per lo sciopero degli attori. Il gesto di Mike Massa

la manifestazione di protesta sindacale organizzata ad Atlanta davanti alla sede dell'Alliance of Motion Picture and Television Producers

Harrison Ford, la sua controfigura si dà fuoco sul palco per lo sciopero degli attori. Il gesto di Mike Massa
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 13:33 - Ultimo aggiornamento: 13:37

Mike Massa, controfigura di Harrison Ford nel film "Indiana Jones e il quadrante del destino", quinto e ultimo capitolo della saga ideata da George Lucas, si è dato fuoco su un palco lo scorso 24 luglio, durante la manifestazione di protesta sindacale organizzata ad Atlanta davanti alla sede dell'Alliance of Motion Picture and Television Producers, una società che rappresenta più di 350 società di produzione televisive e cinematografiche.

Lo sciopero è stato indetto a partire dal 13 luglio da SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – Federazione americana degli artisti televisivi e radiofonici), un sindacato che rappresenta oltre 160mila professionisti dello spettacolo in tutti gli Stati Uniti: decine di stuntman si sono riuniti davanti alla Covert Camera Vehicles, una società specializzata nella produzione di scene d'azione con acrobati, che ha sede proprio nella capitale dello Stato americano della Georgia, dove è avvenuto il fatto.

Massa, coordinatore e membro del consiglio dell'organizzazione sindacale Stunts Unlimited, si è dato alle fiamme come in segno di protesta, mentre arringava la folla al grido: «Siamo stanchi di essere bruciati dall'AMPTP», come ha scritto lui stesso in un post condiviso su Instagram. Dopo aver trascorso alcuni secondi in fiamme, un uomo posizionato appositamente alle spalle di Massa è intervenuto per spegnere le fiamme con un estintore. Ai piedi del palco, come si evince dalle immagini diffuse via social, rieccheggiavano gli applausi dei colleghi

 

Le ragioni della protesta

In seguito alla crisi dell'industria cinematografica statunitense scatenata dalla pandemia, e al cambiamento del modello produttivo portato dalla diffusione delle piattaforme di streaming, i diretti interessati (principalmente sceneggiatori, attori e controfigure) stanno domandando a gran voce una serie a fronte di garanzie aggiuntive, per far fronte a un mondo che appare trasformato.

Le rivendicazioni della categoria riguardano: un adeguamento delle retribuzioni, migliori condizioni di lavoro, contributi per le pensioni, assicurazioni sanitarie, una percentuale sui guadagni data dai profitti dello streaming e una serie di tutele precise in merito alla proposta avanzata dall'AMPTP di utilizzare l'intelligenza artificiale per scannerizzare gli attori e custodire la loro immagine in archivio per risparmiare (in questo modo gli attori vengono pagati una volta sola). 

Accordi falliti

I contratti stabiliti dagli accordi tra SAG-AFTRA e AMPTP vengono rinegoziati ogni tre anni, secondo quanto riporta il sito specializzato Movieplayer.it. In questo 2023 le negoziazioni negli Stati Uniti si sono protratte per settimane, ma si sono risolte con un nulla di fatto. Il 13 luglio scorso SAG-AFTRA ha proclamato lo sciopero nazionale per tutti gli aderenti al sindacato. Le proteste, dunque, hanno investito diverse città americane, tra comprese New York e Los Angeles. Un'ondata di manifestazioni simile, oltreoceano, non si vedeva dal lontano 1963. «L'87% dei 160.000 attori membri del SAG-AFTRA guadagna attualmente meno di 26.000 dollari all'anno. Questo significa che non hanno diritto all'assicurazione sanitaria», ha detto alla WSB-TV la stuntman e attrice Elena Sanchez, durante le proteste di Atlanta. 

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