Filippo Turetta, il dirigente della squadra di volley: «Sembrava un ragazzo modello. Dovevamo capire, l'avremmo aiutato»

"In presenza di Giulia raggiungeva una certa sicurezza, una completezza di se stesso"

Filippo Turetta, il dirigente della squadra di volley: «Sembrava un ragazzo modello. Dovevamo capire, l'avremmo aiutato»
di Raffaella Troili
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Novembre 2023, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 10:21

«Se non ci avesse lasciato non sarebbe successo tutto questo. Potevamo salvarlo, potevamo capire, ora li inseguirò uno ad uno quelli che lasciano». Il vice presidente della Libertas Volley Torreglia, Gennaro Zecchino, non si dà pace. La società sportiva ha scelto il silenzio, per tutelare gli altri ragazzi, ma lui torna a parlare della passione di Filippo Turetta per la pallavolo, dell'improvviso addio alla squadra, dei segnali non colti. «Conosco Filippo da tanti anni, aveva 14 anni, a fine agosto 2022 ci ha comunicato che non avrebbe ripreso l'attività».

Omicidio Giulia Cecchettin, l’isolamento di Filippo Turetta in Germania: «Non chiama i genitori»

«Un ragazzo modello»

Turetta avrebbe detto che «era in ritardo con l'università, lo sport era un altro impegno che in quel momento non riusciva a portare a termine». Col senno di poi, anche il vice presidente ricorda: «Qualche giorno prima avevamo conosciuto Giulia, era venuta a mangiare una pizza post partita, prima era stata sugli spalti. Erano apparentemente una coppia serena, spiritosa. Lei gioviale, lo stesso non possiamo dire di Filippo, non è mai stato un gran compagnone, tranne quando c'era "la Giulia". Anche quando in partita faceva un punto diretto, al massimo faceva un sorrisetto, la sua massima espansione. La sua massima trasgressione, un orecchino, mai uno scatto, un ragazzo modello».

«Sempre corretto»

Da qui l'incredulità: quel ragazzo così mite, frenato, ha scaricato tutta la sua rabbia sulla ragazza che amava. Si sono interrogati, hanno discusso a lungo. «Sempre corretto con tutti, con gli avversari, non ha mai mostrato atti di rivalsa...», un gesto, un'offesa, una provocazione. «Non ha mai mostrato la parte peggiore di sè. E ci sono rimasto malissimo, mi hanno detto che l'aggressione è stata brutale: non sempre si riesce a conoscere le persone, anche se ti sembra di conoscerle». Cinque anni, in quell'età in cui i ragazzi sembrano più trasparenti con mister e presidenti che tra le mura domestiche. «In presenza di Giulia raggiungeva una certa sicurezza, una completezza di se stesso.

Lo ho notato quando ha avuto occasione di presentarcela, eravamo a Fossò nel marzo 2022. Se non ci avesse lasciato non sarebbe successo tutto questo, come squadra avremmo potuto aiutarlo, intercettare il disagio».

Gli incontri con una psicologa

Non è l'unico ad essere andato via, la società ha messo in campo incontri con una psicologa. Resta il rimpianto: «Avremmo parlato, abbiamo lasciato perdere e ho un rammarico che non mi abbandona, non succederà più, chiamerò ogni tre giorni chi decide di lasciare, i ragazzi ma anche le ragazze non devono chiudersi, il gruppo aiuta molto». Poi si lascia andare ai ricordi: «È un anno e mezzo che non lo vediamo, non è venuto a vedere neanche una partita, ci ha lasciato perplessi, ci ha detto che lasciava per lo studio ma evidentemente c'era qualcosa di diverso, la relazione con Giulia era un tarlo». Il nuovo Filippo è un mistero per chi pensava di conoscerlo. «Io temo che possa essere tentato a fare gesti estremi, ma non so cosa è cambiato nella sua personalità in questo anno e mezzo. Mi auguro che faccia una grande riflessione, un esame di coscienza e dedichi la sua vita a cercare il buono per la società, specie per le donne, che sia un portatore di sostegno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA