«Bisogna accelerare sulle vaccinazioni. E se qualcuno non si presenta, bisogna fare l’iniezione anche a chi passa». Fu una delle prime frasi del generale Francesco Paolo Figliuolo, chiamato da Mario Draghi il primo marzo 2021 a guidare la campagna vaccinale anti Covid e a prendere il posto di Domenico Arcuri. Figliuolo dimostrò subito il suo pragmatismo: poca poesia, addio ai centri vaccinali a forma di Primula di cui si era parlato, gestione rapida ed efficiente sia nella distribuzione delle dosi (che all'inizio erano sempre insufficienti) sia nel dialogo continuo con le Regioni.
Figliuolo, chi è il generale
Oggi che la tragedia Covid è alle spalle (almeno nella sua fase acuta) possiamo dirlo: la campagna vaccinale ha funzionato molto bene e una parte del merito va proprio a Figliuolo, che d'altra parte ha potuto investire un patrimonio di esperienza maturata sul campo, visto che dal 2018 era comandante logistico dell’Esercito. Ora in Romagna, dopo che sono già trascorsi 40 giorni dalla drammatica alluvione e dove ci sono lavori urgenti da eseguire, tanto che i Comuni, anche quelli governati dal centrodestra, hanno accelerato senza aspettare Roma, sperano molto proprio nel pragmatismo di Figliuolo.
Lui ha spiegato al termine dell'esperienza legata alla campagna vaccinale: «L'alpino, quello vero, è tutto di un pezzo, segue le regole, porta lo zaino, porta anche due zaini se qualcuno non ce la fa. Però è anche portato a riflettere, a pensare e solo dopo a esprimere giudizi. Ecco, questo non tutti lo capiscono. Questo alpino ce l'ha messa tutta.
Figliuolo è nato in provincia di Potenza, ha 62 anni (il suo compleanno è tra due settimane) ed ha ricoperto il ruolo di commissario per l'emergenza Covid per un anno. Già a fine 2021 era stato chiamato al Comando operativo di vertice interforze dello stato maggiore della difesa. Non è solo un organizzatore, ma anche un uomo d'azione, da campo: ha avuto esperienze in Kosovo e in Afghanistan e nel corso degli anni ha ricevuto numerose onoreficenze (su questo, sulle molte medaglie che caratterizzano la sua uniforme, ha giocato Crozza nell'immancabile imitazione).
Trapiantato a Torino, è sposato e ha due figli. è anche istruttore di sci alpino, ama lo sport e la montagna. Ha raccontato nella sua biografia scritta con Beppe Severgnini: sono sempre andato poco in tv perché il tempo serviva per lavorare. «La mia - ha spiegato - è la storia di un ragazzo meridionale di periferia». Dopo il liceo classico a Potenza e l'Accademia militare a Modena, ha seguito il suggerimento del colonnello che comandava il distretto della sua città: «Francesco, tu devi andare in artiglieria da montagna, perché lì si fanno le cose seriamente».
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