Eurofighter caduto a Trapani, esposto della famiglia del pilota morto: «Il caccia ha avuto un'avaria». L'AM: «Massima trasparenza» Le ipotesi

I familiari del capitano Fabio Antonio Altruda hanno presentato un esposto il 31 dicembre, 18 giorni dopo la caduta del velivolo

Incidente Eurofighter a Trapani, esposto della famiglia del pilota morto nello schianto: «Il caccia ha avuto un'avaria». L'AM: «Massima trasparenza» Le ipotesi
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 7 Gennaio 2023, 20:19 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 13:20

Eurofighter caduto a Trapani: delle numerose ipotesi che si fanno sempre per un incidente aereo, a cominciare da malore, errore del pilota, avaria, condizioni meteo, ipotesi che possono anche intrecciarsi e che richiedono sempre mesi e mesi di indagini e accertamenti, i familiari del capitano pilota Fabio Antonio Altruda puntano subito e direttamente «sull'avaria» del jet militare per di più causata «da omessa o cattiva manutenzione».

Ad appena 18 giorni dalla caduta dell'Eurofighter in cui ha perso la vita il 33enne campano, i genitori e il fratello, tramite l'avvocato Fabio Sammartano, hanno presentato un esposto alla Procura di Trapani sull'incidente avvenuto il 13 dicembre nelle campagne di Misiliscemi (Trapani).

Il padre Fernando e la madre Marilena del pilota "conbat ready" ritengono che «la causa dell'incidente sia da imputare a una importante avaria del velivolo dovuta a omessa o cattiva manutenzione».

Un'affermazione che riguarda tuttavia un velivolo bimotore e bisonico di quarta generazione avanzata appartenente al 37° Stormo con sede a Trapani-Birgi: è uno dei quattro stormi dell'Aeronautica militare che per conto della Nato deve anche essere sempre pronto a far decollare i suoi velivoli in scramble (decollo rapido) con gli aerei quindi sottoposti a cicli ancora più frequenti di controlli e manutenzioni. Un'affermazione che chiama in causa anche l'organizzazione di uno stormo ad altissima specializzazione che periodicamente affianca le forze della Nato per operazioni di "polizia aerea" divenute sempre più ricorrenti in questo periodo segnato dal conflitto in Ucraina.  

Secondo l'esposto presentato dalla famiglia Altruda, che abita a Cardito (Napoli), il capitano era partito dall'aeroporto militare di Birgi alle 9 del 13 dicembre in coppia con un altro Eurofighter per raggiungere l'aeroporto militare di Istrana (Treviso) per una missione operativa finalizzata a scortare un aereo americano. Infatti si legge nel l'esposto l'aereo era «equipaggiato con armamenti». Il procuratore Paci e il sostituto Belvisi indagano per omicidio e disastro colposo. I familiari chiedono che le informazioni contenute nelle "scatole nere" non siano raccolte ed elaborate dall'amministrazione militare»

 

Il pilota tornava dall'aeroporto militare di Istrana (Treviso) insieme all'altro Eurofighter che lo precedeva. Altruda era partito dall'aeroporto militare di Trapani Birgi alle 9, sempre volando in coppia, «per dirigersi verso l'aeroporto militare di Istrana nell'ambito di una missione operativa (non esercitazione) finalizzata a scortare un velivolo militare statunitense».

«I due militari - ricostruisce l'esposto - all'esito di quella missione avevano pranzato ed anche riposato presso i locali dell'aeroporto di Istrana, riprendendo il volo di ritorno alle ore 16.50 circa della medesima giornata per rientrare all'aeroporto di Trapani - comunicando in costante contatto radio tra loro - e così regolarmente fino al momento della sciagura».

Il leader della pattuglia che pilotava l'altro Eurofighter ha riferito che «il disastro è avvenuto subito dopo aver lui stesso constatato visivamente che il capitano pilota Altruda - ormai giunto in prossimità all'aeroporto di Trapani - aveva regolarmente aperto i carrelli del velivolo in preparazione dell'atterraggio allorquando però improvvisamente precipitava al suolo».

L'esposto - scrivono i genitori e il fratello del capitano Altruda - «dovrà essere ben considerato anche in relazione al potenziale (ma non astratto) conflitto d'interesse che si palesa sussistere tra le esigenze dell'Amministrazione militare e le esigenze investigative di codesta autorità giudiziaria - quest'ultime sempre volte all'accertamento della verità di quanto accaduto ma nel rispetto dei diritti delle persone danneggiate dal reato secondo i fondamentali principi costituzionali - al fine di poter scongiurare l'eventuale indebita conservazione delle informazioni raccolte ad esclusivo interesse e vantaggio della politica di sicurezza militare della forza armata».

Altre affermazioni che sembrano non tenere conto che le indagini in realtà non coinvolgono solo l'Aeronautica militare e l'Italia, ma anche l'Inghilterra, la Germania e la Spagna che fanno parte del consorzio all'origine del progetto Eurofighter costruito finora in oltre 500 esemplari, con altri circa 150 in via di allestimento oppure già ordinati, di cui 96 destinati all'AM. Un velivolo in linea ormai da 20 anni e utilizzato anche dalle forze aeree di Austria, Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Qatar. Tutti paesi interessati all'esito delle indagini sull'incidente di Trapani e che verranno quindi tenuti costantemente informati delle inchieste e dell'esame dei dati delle scatole nere che saranno analizzate in Inghilterra, dove ha sede il consorzio dell'Eurofighter.

Da quando l'Efa è in linea (2003) quello dell'Eurofighter di Trapani è il secondo incidente che riguarda l'Italia dopo quello del 24 settembre 2017 a Terracina (Latina),  quando un Typhoon  del Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare precipitò nel Tirreno con il pilota collaudatore Gabriele Orlandi, 36 anni, romagolo, durante un air show davanti a migliaia di spettatori. Un incidente poi attribuito, dopo un anno di indagini, a un errore del pilota, morto nello schianto.

Tre indagini

Sono tre le inchieste in corso. Una prima indagine amministrativa è condotta dall'Ispettorato per la Sicurezza dell'Areonautica che si occupa specificamente di disastri aerei, una seconda dei pm di Trapani sulle ipotesi di reato di disastro aereo e omicidio colposo - il fascicolo è ancora a carico di ignoti - e una della Procura militare di Napoli su una eventuale ipotesi di distruzione di bene militare.

In Inghilterra

Potrebbero essere inviate già lunedì in Inghilterra, per l'analisi, le scatole nere sarebbero stati ritirate dai militari dell'Ispettorato sicurezza del volo, trasferiti nel Nord Italia e tenuti in custodia dal Genio Aeronautico. Le scatole, sequestrate dalla Procura di Trapani che indaga sull'incidente, dovrebbero essere dirette a sud est di Londra, dove ha sede il consorzio che costruisce i velivoli usati dall'Aeronautica, per essere analizzati. Una circostanza che preoccupa la famiglia della vittima che, attraverso l'avvocato Fabio Sammartano, ha presentato un esposto ai magistrati trapanesi tra l'altro chiedendo che la Procura disponga che ad effettuare gli accertamenti tecnici sia un soggetto pubblico o privato diverso dall'amministrazione aeronautica che potrebbe essere in conflitto di interessi. Inoltre il legale auspica un coinvolgimento negli accertamenti, che potrebbero essere atti irripetibili, con la possibilità di nominare un proprio consulente tecnico come è avvenuto per l'autopsia sui resti del capitano.

L'aeronautica militare

«Da parte nostra c'è la massima trasparenza, collaborazione e piena fiducia nella magistratura». Così fonti dell'Aeronautica Militare all'Ansa dopo l'esposto. C'è, ricordano alla Forza armata, un'indagine interna, da parte dell'Ispettorato per la sicurezza del volo, «proprio per accertare come si sono svolti i fatti e per prevenire eventi similari». La prossima settimana è previsto che la scatola nera venga analizzata da una ditta specializzata in Inghilterra, come previsto dalle procedure, di cui i magistrati sono al corrente. A quanto si apprende, in mattinata il capitano Altruda aveva svolto una missione operativa. Il rientro alla base di Istrana, quando è avvenuto l'incidente, faceva invece parte di una missione addestrativa.

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