Top Gun e mamma, Ilaria Ragona la prima donna a comandare un gruppo di Eurofighter: «Io in volo oltre i limiti»

Ilaria Ragona, la prima donna a comandare un gruppo di Eurofighter: «Top Gun e mamma, in volo oltre i limiti»
di Maria Lombardi
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Venerdì 10 Novembre 2023, 21:36 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 14:51

«Mamma, brava!». Leonardo la vede in tv. Un servizio al tg parla di lei, la prima donna a ricevere la decorazione all’Ordine militare d’Italia. Ilaria Ragona, 40 anni, tenente colonnello, pilota di caccia. La sua mamma. Lui si gira a guardarla, le sorride contento, anche se ha solo quattro anni capisce di avere una mamma speciale. Guida gli Eurofighter F2000 che l’Aeronautica militare utilizza per la difesa degli spazi aerei nazionali e della Nato. Ha avuto il comando di un gruppo di caccia, la prima donna pilota a ricoprire questo incarico. L’altro giorno era al Quirinale per la cerimonia di consegna della decorazione e poi in televisione. 

Cosa rappresenta per lei questo traguardo?
«Un bellissimo riconoscimento a tutti i sacrifici e all’impegno che sono riuscita a mettere nel mio lavoro. Ma anche un riconoscimento a tutte le persone che mi hanno aiutata, come in una squadra, a raggiungere questi obiettivi»

Lei presta servizio presso il 37° Stormo di Trapani dove ha ricoperto incarichi di responsabilità, tra cui il Comando del 18° Gruppo Volo e successivamente quello di Capo Ufficio Operazioni del 37° Stormo. Una donna che dà ordini ad altri piloti militari. Era mai successo prima? E come è andata?
«Sono stata la prima donna ad essere comandante di un gruppo caccia. Devo dire che non ho visto differenze rispetto a quello che avevo già vissuto e che era successo negli anni precedenti con colleghi maschi. Ho visto tanta voglia di includermi e di seguirmi. Questo mi ha permesso di lavorare tranquillamente, e di cercare con serenità di fare il mio meglio come comandante»

Come pilota militare ha effettuato numerose missioni sia in campo nazionale che Nato. Quale è stata più impegnativa?
«Nel 2018 sono stata impiegata come pilota militare nell’ambito dell’operazione Nato in Estonia. Periodicamente l’Aeronautica Militare fornisce il servizio di controllo dello spazio aereo estone. Quella missione mi ha portato ad avere il riconoscimento della medaglia dell’Ordine militare d’Italia».

 

È arrivata prima la passione per il volo o quella per la divisa?
«Prima la passione per il volo. Da bambina, a Maserà di Padova, il mio paese, guardavo gli aerei militari passare e ne ero affascinata. Da grande voglio fare il pilota, pensavo, e guidare quegli aerei lì. A quel tempo le forze armate non erano ancora aperte alle donne, speravo che prima o poi sarebbe successo. Per inseguire quel sogno ho frequentato l’Istituto tecnico aeronautico, eravamo solo due o tre ragazze. Finite le scuole superiori, nel 2002, ho superato il concorso per entrare in Accademia Aeronautica, a Pozzuoli».

E dopo l’Accademia?
«Ho proseguito il percorso di formazione negli Stati Uniti dove ho conseguito il brevetto di pilota militare. Poi a Grosseto ho fatto l’addestramento per pilotare il caccia Eurofighter F-2000. E per poco meno di dieci anni sono stata in servizio a Trapani, dove ho rivestito anche ruoli di comando».

Pilotare un caccia richiede uno sforzo anche dal punto di vista fisico?
«L’unica cosa che serve, sia a uomini che a donne, è la forza per resistere all’accelerazione dell’aeroplano. Ci si allena a questo tipo di resistenza, ma è comunque uno sforzo sostenibile per il fisico di una donna. Poi serve molta concentrazione, ma con l’addestramento si abitua la mente a ragionare per far fronte agli eventi in pochi secondi e in sicurezza». 

Si è mai trovata in situazioni di pericolo?
«No, ma capitano situazioni di tensione in cui siamo messi alla prova. Il percorso di addestramento è lungo e impegnativo, dura una decina di anni, e ci costringe a imparare a gestire qualsiasi imprevisto. Ai simulatori poi ripassiamo con regolarità come affrontare situazioni di emergenza».

Quante donne in Italia pilotano gli Eurofighter? E quante sono in Aeronautica Militare? 
«In tutto siamo cinque a pilotare gli Eurofighter, nell’Aeronautica Militare il personale femminile è tra il 6 e il 7 per cento. Ma dal 2000 ad oggi siamo molto cresciute e continueremo a farlo. È solo questione di tempo, arriveremo ad essere ben più numerose».

Lei è anche mamma.
«Ho un figlio di quasi quattro anni, Leonardo. Sa che la mamma vola e guida gli aerei, mi vede uscire in divisa ma per lui è la normalità. L’altro giorno mi ha vista in tv, subito dopo la cerimonia al Quirinale, è stato molto contento».

Le capita di stare a lungo lontano da casa?
«Può capitare, ma ci si organizza. Mio marito fa il mio stesso lavoro, è più facile per una donna avere accanto una persona che capisce cosa stai facendo. Da quando c’è Leonardo, abbiamo fatto in modo di alternare i periodi di assenza».

Qual è stata finora la più grande soddisfazione?
«Tantissime, dal momento in cui sono entrata in Accademia fino alla decorazione ricevuta al Quirinale. Ero incredula quando mi hanno comunicato che avrei ricevuto l’onorificenza. Ho sempre fatto il mio lavoro nel migliore dei modi, senza pensare ai riconoscimenti. Ma fa molto piacere che qualcuno riconosca l’impegno costato molti sacrifici. Tra le grandi soddisfazione, c’è anche essere riuscita a guidare il gruppo volo di Trapani che è numeroso, e aver portato via anche un briciolo di ricordi, stima e apprezzamento di chi ha lavorato al mio fianco».
 

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