Cristiano Iovino aggredito da 6 persone, spedizione punitiva o lite? Perché "l'uomo del caffè" di Ilary Blasi (e teste di Totti) non ha denunciato

Il 31 maggio il 37enne sarà all’udienza della separazione tra l'ex Capitano e la showgirl

Cristiano Iovino, il mistero dell'aggressione all'amico segreto di Ilary. Nei mesi scorsi raccontò: «Con lei non solo un caffè»
di Valeria Di Corrado
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Martedì 23 Aprile 2024, 23:51 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 09:41

Resta un mistero l’aggressione subita la notte tra domenica e lunedì scorsi a Milano da Cristiano Iovino, il personal trainer romano chiamato da Francesco Totti a testimoniare in tribunale sull’infedeltà coniugale di Ilary Blasi. Non solo non si sa quale sia la ragione a monte del pestaggio, ma a rendere ancora più fitto il giallo contribuisce il fatto che il 37enne non abbia voluto sporgere formale denuncia, come se temesse altre ripercussioni. Dai contorni, infatti, sembra essere un vero e proprio raid punitivo, anche perché non è stato rapinato.

È stato accerchiato da cinque o sei uomini scesi da un mini van, in via Marco Ulpio Traiano, alla periferia di Milano.

Erano le 3,30 e Iovino stava rincasando quando è stato circondato da questo gruppetto, che lo ha picchiato a mani nude, lasciandolo a steso a terra sanguinante. È stato soccorso dal personale del 118 e medicato sul posto. Sono intervenuti anche i carabinieri del Nucleo Radiomobile e della stazione Moscova, ma nei casi di lesioni personali con malattia sotto i 20 giorni occorre la querela di parte perché l’autorità giudiziaria possa procedere. Inoltre il personal trainer non ha comunque voluto recarsi in pronto soccorso per farsi refertare le ferite o eventuali contusioni.

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LE INDAGINI

Non ha nemmeno fornito ulteriori dettagli alle forze dell’ordine per aiutarli nelle indagini. Non ha dato indicazioni su eventuali sospetti, né ha voluto mettere a verbale in che modo avesse trascorso quella notte prima di essere aggredito. Gli investigatori hanno comunque presentato un’annotazione alla Procura di Milano. Cercheranno di capire se si sia trattata di una vendetta estemporanea maturata a margine di una serata trascorsa in qualche locale o se invece fosse un raid organizzato a tavolino da prima, con un mezzo - il mini van - che di solito viene preso a noleggio da chi non vuole farsi identificare (compresi ultrà e malavitosi). Le motivazioni a questo punto potrebbero essere le più svariate. A chi avrebbe “pestato i piedi” Iovino al punto da innescare questa reazione? Non sembra si sia trattato di un atto di piccola delinquenza, visto che non lo hanno nemmeno derubato. Gli amici sono estremamente abbottonati e lui stesso al telefono non ha voluto raccontare nulla.

 

LA CAUSA

Il suo nome è diventato noto alle cronache dopo che “Il Messaggero” lo ha intervistato lo scorso 25 gennaio e lui ha confessato di essere proprio l’uomo misterioso con cui Ilary Blasi aveva raccontato nel suo documentario “Unica” di aver preso un “unico” caffè, suscitando la gelosia di Totti. Ma Iovino, sul nostro giornale, ha rivelato: «Abbiamo avuto una frequentazione intima. Ci siamo conosciuti verso la fine del 2020, attraverso i social, in seguito ci siamo accordati per conoscerci di persona e una mostra di Banksy a Roma. Ho iniziato io a scriverle, commentando scherzosamente un suo selfie in ascensore». In quel periodo, però, la conduttrice tv stava ancora ufficialmente con Totti. «C’era timore da entrambe le parti di essere visti e fotografati insieme - ha precisato il 37enne a “Il Messaggero” - Neanche io volevo finire al centro di un caso mediatico, ma a quanto pare qualcosa è andato storto. Ci vedevamo principalmente a casa mia».

Nell’udienza del 31 maggio potrebbe essere costretto a ripercorrere quei mesi della sua frequentazione con Ilary davanti al giudice del Tribunale di Roma, che dovrà decidere (tra le altre cose) a chi riconoscere l’addebito per la fine del matrimonio della coppia vip. La difesa di Totti, infatti, non ha intenzione di rinunciare alla sua testimonianza.

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