Claudio Amendola: «Con I Cesaroni ho comprato tre case. L'amore? Ormai non ne parlo più»

L’attore e regista: «La mia Roma? Sono felice che Totti e Spalletti si siano ritrovati». E poi dice: «Sogno che arrivino gli extraterrestri e ci dicano voi terrestri siete proprio deficienti»

Claudio Amendola: «Non parlo più d’amore, ho chiuso con le barche e sogno gli extraterrestri»
di Andrea Scarpa
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Domenica 5 Novembre 2023, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 10:54

Il 16 novembre Claudio Amendola torna in tv con Io canto Generation, nuovo talent di Canale 5 riservato a giovanissimi aspiranti cantanti fra i dieci e i quindici anni. La scorsa settimana ha finito di girare il suo ultimo film da regista, Ari-Cassamortari, seguito del fortunato I cassamortari dell’anno scorso. Al telefono, però, si comincia parlando d’altro. Francesco Totti, per esempio.

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Il Capitano ha appena fatto pubblicamente pace con Luciano Spalletti: lei deve fare altrettanto con tanta gente?
«Sì, più di uno».
La lista è lunga?
«Sì, ma non lunghissima. E forse dovrei cominciare adesso. Comunque mi fa piacere che i due, Totti e Spalletti, si siano ritrovati. È una buona notizia».
Il calcio che guarda verso l’Arabia le piace?
«Non me ne frega più niente di questo sport. Mi interessa solo la Roma. Per me è una malattia. Che mi fa soffire, ma di cui non posso fare a meno».
Mourinhiano convinto?
«Convintissimo e fedelissimo. Un gigante». 
Su Canale 5 sarà in giuria con Orietta Berti, Al Bano, Michelle Hunziker: che c’entra lei in un programma così?
«Mi diverto. La tv è stata ed è il mio pane quotidiano (Le Iene, Scherzi a parte, Star in the Star etc., ndr). Poi sembra che questi ragazzini siano fenomenali. Sono giovanissimi. Spero siano ancora puri, senza sovrastrutture. Canteranno anche con i loro maestri (Iva Zanicchi, Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, l’ex suora Cristina Scuccia e Benedetta Caretta, ndr)».
Un suo figlio l’avrebbe mai mandato a uno show così?
«Sì, certo. Ma solo dopo aver chiarito che è un gioco e che bisogna saper perdere, cosa molto importante nella vita».

 

Dica la verità: dopo aver dichiarato di averla venduta, vuole ricomprarsi la barca?
«Assolutamente no. Le cazzate si fanno una volta sola nella vita. Me la sono goduta e ho dei ricordi bellissimi, ma non era più sostenibile».
Barca tipo D’Alema, a vela; o Briatore, a motore?
«A vela, ma non tipo D’Alema, tipo uno che gli piace andare a vela. Stai a cerca’ il titolo, eh?».
Ovvio. A 60 anni che partita sta giocando?
«Da pallettaro. Sto a fondo campo e la ributto dall’altra parte».
Però gioca su più campi e anche sotto rete: fa il regista ormai da anni, dice di essere più bravo a dirigere che a recitare.
«Io mi diverto a lavorare e fare il regista mi rilassa».
In questi panni di cosa si è stupito?
«Della mia lucidità e naturalezza. Sul set mi comporto istintivamente come i grandi registi con i quali ho lavorato. Tecnicamente giro bene, sul risultato finale ognuno pensi quello che vuole».
Ha una storia tutta sua che prima o poi le piacerebbe girare?
«Sì, da almeno quindici anni ma è triste e non so se mi va davvero di farla. Mi piace la commedia. Sono diventato molto pigro. Non voglio uscire dalla mia comfort zone. A 60 anni ci sta». 
Per arrivare fin qui cosa c’è voluto?
«Tantissima fortuna. Faccio un lavoro che so fare e non ho mai guardato il telefono».
Mai stato disoccupato?
«Mai. Ho sempre avuto un contratto da onorare».
E dovendo scegliere: attore o regista?
«Tutto. Adesso faccio anche la regia delle fiction televisive che interpreto».
Quindi per il clamoroso ritorno della serie “I Cesaroni”, di cui tanto si parla, sarà anche regista?
«Come corre... Non gliela do questa notizia perché non sarebbe giusto. Quando sarà, se sarà, lo farà la produttrice. Mi riferivo a Il patriarca 1 e 2».
L’errore peggiore?
«Aver smesso di studiare dopo la terza media. Dovevo continuare».
A proposito, anni fa aveva detto che avrebbe letto i grandi autori della letteratura russa e francese: l’ha fatto?
«Lo farò... nella prossima vita. Quante ne ho dette...».
E pensa ancora di trasferirsi in Centramerica?
«Così lontano no, però ogni tanto una mezza idea di andare a vivere in un posto di mare mi viene».
Si è già fatto fare i conti per la pensione?
«Sì. Dopo quarantadue anni di lavoro e decine di milioni di euro milioni versati, fra due anni prenderò quattromila euro al mese. Se penso che ci sono certi manager che ne prendono ottantamila...».
Dopo l’infarto del 2017 è cambiato qualcosa?
«I primi tre anni sì, tutto, poi non ho più avuto terrore di ogni dolorino intercostale e sono tornato quello di sempre. Però gli esami che faccio periodicamente mi dicono che è tutto a posto. Non sono mai stato operato e i valori sono perfetti. L’infarto l’ho avuto per lo stress».
Lei ha condotto due edizioni di “Scherzi a parte”: quelli telefonici li ha mai fatti?
«Sinceramente non mi hanno mai divertito».
Riesce a dire una cosa buona del premier Meloni?
«Non ho tempo per queste cose».
È sempre stato di sinistra: se in futuro la segretaria del Pd Elly Schlein dovesse chiederle di candidarsi cosa risponderebbe?
«No, grazie. Non se ne parla».
Ha aperto tre ristoranti: sa gestirli o, al contrario di tanta gente dello spettacolo che spesso butta così il proprio denaro, ha dei buoni soci?
«Da trent’anni ho dei partner di cui mi fido ciecamente. Un po’ ci sto dietro anch’io, un po’ il gioco l’ho imparato. Sono fiero di dare lavoro a una quarantina di persone».
Con “I Cesaroni” ha dichiarato di aver comprato tante case: quante?
«Tre».
E quando ha detto di essere uno dei più grandi contribuenti di Roma di quanti soldi parlava?
«Se in un anno ho guadagnato tre milioni, più della metà li ho versati felicemente in tasse»
E così era fra i contribuenti più importanti?
«No, quello che volevo dire è che io guadagno e pago tutto a mio nome. Tanta gente molto più ricca di me lavora facendo intestare a tante società. E così a volte mi è sembrato strano e “simpatico” pagare più tasse di certa gente».
È ancora single, la spaventa l’idea di innamorarsi ancora o è di nuovo in coppia?
«Non mi va di rispondere a questa domanda (sui giornali e sul web si dice che sia legato da mesi a una costumista 45enne di nome Giorgia, ndr)».
Da cittadino romano ha un messaggio per il sindaco Gualtieri?
«Non ho più alcuna voglia di parlare di tutto quello che non va a Roma: è un tema vecchio che sembra non avere soluzione. Oggi, però, bisogna dire che le responsabilità di tutto quello che non va in città di sicuro sono da dividere al cinquanta per cento con chi ci vive. Non ne posso più di sentire quelli che si lamentano del traffico mentre parcheggiano in doppia fila. Basta».
L’ultimo stupore? 
«Mai avrei pensato quando avevo vent’anni di arrivare a sessanta e vivere una realtà di guerra come quella di oggi.

Mi fa schifo tutto: le follie dei politici, l’indifferenza della gente, il cinismo nauseante. Sogno che arrivino gli extraterrestri, i marziani ormai sappiamo che non ci sono, e una volta per tutte ci dicano: “Voi terrestri siete proprio deficienti”. E si comportino di conseguenza».

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