Berlusconi, il "nemico" storico Michele Santoro: «Anche io sono triste, l'ho sentito prima del ricovero: siamo stati al telefono 40 minuti»

Il giornalista a Otto e Mezzo: "La tristezza non è solo un sentimento del popolo dei berlusconiani, la sento anche io"

Berlusconi, il "nemico" storico Michele Santoro: «Anche io sono triste, l'ho sentito prima del ricovero: siamo stati al telefono 40 minuti»
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Martedì 13 Giugno 2023, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 08:31

«Berlusconi mi ha chiamato prima dell'ultimo ricovero, che gli è stato fatale, e ha cominciato a parlarmi a telefono. Ho tenuto finora questa telefonata per me, sono stati 40 minuti interessanti. Ha parlato dell'orrore della guerra e dell'inadeguatezza complessiva dei politici italiani di destra e di sinistra con una lucidità incredibile». Lo ha rivelato Michele Santoro a Otto e mezzo su La7. «Per questo non so se il lascito di Berlusconi sia Meloni - ha detto ancora -. La durata di Berlusconi corrisponde alla debolezza della sinistra, che se oggi non c'è più dovrebbe farsi qualche domanda».

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La celebre puntata di Annozero

Santoro ha quindi rivelato un particolare sull'offerta di lavoro ricevuta di cui aveva parlato Vittorio Sgarbi. «Poi mi ha anche chiesto di andare a lavorare da lui e io gli ho risposto: pensiamo alla salute», ha detto il giornalista.  Poi, parlando a Otto e mezzo della celebre puntata di Annozero nella quale Silvio Berlusconi pulì la sedia su cui era seduto Marco Travaglio, ha detto: «Ho continuato a vedere e rivedere quello spezzone, ma sarebbe corretto rivedere tutta la trasmissione per intero.

Ora proverò a parlarne e a descriverne l'atmosfera. Tra un avversario leale e quello con cui stabilisci un duello si crea un legame. In questo momento la tristezza non è solo un sentimento del popolo dei berlusconiani, la sento anche io. Quando cominciò quella trasmissione, che era come un Italia-Germania, fece il 33% su La7, lui era molto teso e preoccupato. Io, che sono uomo di spettacolo come lo era lui, ero preoccupato per l'andamento della serata e per questo feci un inizio allegro per tirarlo su. Poi lui si prese la scena, anche se alla fine perse tutti i voti che perse. Durante uno stacco pubblicitario mi fermò, mi tirò per la giacca e mi disse: 'Michele, ma come ci stiamo divertendo!'. L'empatia è questa».

«Una volta lo vidi dopo che era morto mio padre - ha detto ancora -. Appena glielo dissi, si appoggiò sulla mia spalla e cominciò a piangere a dirotto. Entrava in un rapporto di grandissima empatia. Fece tante cose che non gli perdonerò mai, ma avremo tempo per parlare di una figura complessa».

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