Andrea Matteazzi: «Salvai Berlusconi al Duomo, ma non lo rividi più». Il racconto dell'ex pallavolista che bloccò l'aggressore

Grazie al suo istinto da pallavolista, Andrea bloccò l'uomo che aveva colpito al volto il Cav con una statua del Duomo in miniatura

Andrea Matteazzi: «Salvai Berlusconi al Duomo, ma non lo rividi più». Il racconto dell'ex pallavolista che bloccò l'aggressore
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Martedì 13 Giugno 2023, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 09:21

Era il 2009 quando Andrea Matteazzi compì il gesto che gli regalò una notorietà improvvisa ma gli attirò anche molti attacchi. Molti infatti lo ricordano come eroe per un giorno perché, grazie al suo istinto da pallavolista, bloccò l'uomo che aveva colpito al volto Silvio Berlusconi con una statua del Duomo in miniatura, proprio nella piazza davanti alla cattedrale milanese che ospiterà i funerali di Stato.

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Il racconto

«Lo rifarei - dice all'Ansa - anche se, dopo la gloria, provai delusione».

L'aggressore di piazza Duomo si chiamava Massimo Tartaglia e, al termine di un comizio riuscì a ferire Berlusconi procurandogli la frattura del setto nasale e di due denti. Le immagini del premier italiano insanguinato fecero il giro del mondo e in molti si chiesero come sarebbe andata se Matteazzi non fosse intervenuto per bloccare l'aggressore. 'La notizia della morte di Berlusconi mi ha turbato perché mi ha riportato a quel periodo, una parentesi unica della mia vità, racconta Matteazzi, che oggi ha 43 anni e vive a Montegrotto Terme, in provincia di Padova.

Da un anno e mezzo ha chiuso con la maglia del Monselice Volley, in Serie B, la sua 25ennale carriera da pallavolista per dedicarsi all'hobby dello sci alpinismo. 'Quel giorno - ricorda - ero in piazza Duomo per curiosità, quando vidi un uomo agitare un oggetto, avvolto in un giornale, e scagliarsi contro Berlusconi. Intervenni d'istinto. Lo avrei fatto per chiunque. Mi misi a correre e mi gettai su di lui per immobilizzarlo. Momenti concitati, la gente urlava. A stento le guardie del corpo riuscirono poi a portare l'aggressore oltre le transenne per evitare il linciaggiò. Poco dopo, avvicinato da giornalisti, curiosi e fotografi mentre la scorta soccorreva il presidente del Consiglio, Matteazzi si dileguò correndo a prendere un treno per tornare a casa. 

 

«Un uomo unico»

«Ho avuto paura di non riuscire a rientrare e sono tornato subito dalla mia famiglia. Poi, quando finivo di allenarmi trovavo i giornalisti fuori dalla palestra ad aspettarmi. Mi cercavano in tanti - racconta Matteazzi - dai sindaci di Comuni del Padovano all'allora presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan a Ennio Doris, tutti per complimentarsi ed invitarmi a convegni ed eventi. Ma io avevo solo un desiderio: quello di incontrare nuovamente di persona Berlusconì. Un sogno che non si è mai avverato».

«Provai a contattare Palazzo Chigi - ricorda - ma qualcuno mi spiegò che, anche se Berlusconi era una persona molto generosa, questa circostanza aveva creato un forte imbarazzo. Preferirono lasciar cadere la cosa. Mi rassegnai, anche se non nascondo che mi farebbe piacere avere la possibilità di incontrare uno dei figli del leader di Forza Italia o di ricevere una telefonata. È stato un uomo unico al mondo - conclude Matteazzi - non ha rivali per quello che è riuscito a fare come imprenditore, in politica, nello sport, nell'editoria. L'Italia capirà un giorno chi è stato veramente Berlusconi»

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