Algero Corretini, il rapper conosciuto come "Fratellì" e l'auto che ha ucciso un tredicenne: faro sulle sue società

Sotto la lente degli investigatori, dunque, c'è ora un presunto sistema di scatole cinesi per cui la vettura di Fratelli', affittata tramite la società di noleggio, è finita nelle mani del sedicente pirata della strada

Algero Corretini, il rapper conosciuto come "Fratellì" e l'auto che ha ucciso un tredicenne: farò sulle sue società
di Alessia Marani
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 07:38

Il rapper Algero Corretini, in arte 1727 Wrldstar, più famoso come "fratelli'" è stato ascoltato a sommarie informazioni dagli agenti del IV Gruppo della polizia locale dal momento che la Golf Gt 300 che ha investito e ucciso il piccolo Mohamed, sabato notte, sulla via Casilina è di sua proprietà. Così anche il noleggiatore effettivo. Molti i punti oscuri della vicenda su cui gli inquirenti vogliono fare luce, a partire dal percorso a ritroso delle pratiche relative all'auto che rimandano a una sede primaria della World Rent 1727 a Praga, nella Repubblica Ceca, e che arriverebbero a pressoché anonimi uffici romani.

SCATOLE CINESI

Sotto la lente degli investigatori, dunque, c'è ora un presunto sistema di scatole cinesi per cui la vettura di Fratelli', affittata tramite la società di noleggio, è finita nelle mani del sedicente pirata della strada che all'indomani del tragico incidente si è costituito ai carabinieri di Frascati: un romeno di vent'anni, Dorinei Ananutei, che non aveva mai conseguito la patente. Il sospetto è che il 23enne che ha realmente stipulato il contratto di noleggio con una delle società collegate al rapper di Piana del Sole non abbia prestato l'auto al romeno solo per un paio d'ore come da questi dichiarato durante l'interrogatorio al comando dei vigili, ma in pianta stabile. Anche lui, che ha precedenti per spaccio e vari altri reati, ieri, è stato convocato e ascoltato dagli investigatori della Polizia locale e, a breve, potrebbe essere indagato per l'incauto affidamento del veicolo. Nella Golf, ora sotto sequestro, non sarebbe stata rinvenuta droga.

L'APPELLO DEI GENITORI

Ma Ananutei era solo al momento dello schianto? La sua versione non convince del tutto chi indaga e nemmeno i genitori della vittima assistiti dall'avvocato Antonio Filardi: «Era davvero lui alla guida o sta coprendo qualcun altro? È stato aiutato nella fuga?», si chiedono. Di sicuro Ananutei è sconvolto ma anche spaventato. È chiuso in casa per paura di ritorsioni e vendette.

In passato era già stato fermato senza patente alla guida .

Lo zio di Mohamed incalza: «Nel luogo dove la Golf è stata abbandonata, in via dei Platani a Colonna, ci sono delle telecamere, così come è disseminata di altri occhi elettronici la via Casilina. Le autorità visionandole potranno sciogliere ogni dubbio. Chi ha responsabilità per la morte di un bambino dolcissimo deve pagare il suo conto con la giustizia». I caschi bianchi del IV gruppo non tralasciano alcun aspetto.

Altri accertamenti sono in corso proprio sulle società collegate all'influencer passato alla ribalta delle cronache per la frase "Ho preso il muro fratelli'" postata sui social in diretta dopo uno schianto contro un muro a 110 km/h in un video in cui mostrava tutte le manovre azzardate che un automobilista non dovrebbe mai fare. Corretini ribadisce di non avere colpe per quanto accaduto: «L'auto sì è mia, ma viene ceduta per essere noleggiata. Quel che so è che il contratto era stato stipulato con l'abilitazione alla guida per due persone che avevano fornito regolarmente i loro documenti. È una tragedia ma non abbiamo responsabilità».

Ieri, intanto, gli amichetti di Mohamed e tante famiglie della zona hanno portato fiori e liberato palloncini in cielo per ricordare il piccolo appassionato di calcio e della Roma. Domani mattina alle 11 sarà effettuata l'autopsia a Tor Vergata.
 

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