Elezioni comunali, l'autocritica della Lega: «Pagata l'inesperienza». Al voto «con chi ci sta»

Elezioni comunali, l'autocritica della Lega: «Pagata l'inesperienza». Al voto «con chi ci sta»
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Martedì 8 Febbraio 2022, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 15:10

«Ma il nome si trova, non è quello il problema. La verità è che dobbiamo trovare un progetto per far crescere sta città, la provincia. Non se può più di vedere strade con le buche, erbacce, rovi, con la gente che chiede aiuto perché si ritrova a fare i conti con la povertà. Pensieri di avvicinamento alle elezioni comunali del capoluogo, lato centro e destra. Più il primo.

Umberto Fusco, nella partita a scacchi delle alleanze per un candidato sindaco, si mette al tavolo e gioca. Anche se ad ascoltarlo sembra di sentire uno dell'opposizione, non il capo del partito con il maggior numero di elementi (e voto) nell'ultimo consiglio comunale.

In Comune voi molto poco incisivi nella consigliatura Arena. chiusa a torte in faccia.
«Sì, faccio autocritica: la Lega per Viterbo doveva fare di più, soprattutto nell'imporre un percorso quando invece gli altri litigavano tra loro. Ma anche se adesso il centrodestra unito è morto, possiamo e dobbiamo trovare un progetto valido. La politica è una cosa bella anche per questo: si dialoga, io dico sempre le cose come stanno e non attacco nessuno, come fanno altri».

Bilancio di tre anni di amministrazione, alleati vicini e lontani, una lista di partito da (ri)costruire, sguardo sull'opposizione. Cosa manca?
«Non mi arrendo perché voglio bene a Viterbo, pure se sono di Latina. Quindi dico a Fondazione e Fratelli d'Italia: lavoriamo insieme sulle tante cose da fare, non contro questo o quello. Ci incontriamo quasi ogni giorno, pure venerdì scorso, i miei stanno facendo un grande lavoro per presentare candidature e progetti validi».

Al tavolo non c'è più Forza Italia?
...

pausa. «Per adesso no, ma ci parleremo. La questione Provincia ha esasperato uno rapporto già precario. Sì, pesa anche lo scenario nazionale dopo l'elezione di Mattarella, però un confronto ci sarà. Io parlo con tutti, pure con Panunzi mi sento spesso. Enrico è uno come me che vuole fare le cose, in mezzo alla gente».

Ammesso, con un vassoio di se, che facciate pace con Forza Italia potranno essere loro a indicare un candidato sindaco?
Sorriso forzato. «No, certo che no. Per me se Rotelli dicesse di sì, ma finora non mi pare molto convinto, il nome è lui. Comunque noi abbiamo Ubertini. Frontini? Parliamo pure con lei, è una di centrodestra, ma dovremmo vedere diverse cose».

La Lega è partita con 6 consiglieri, poi saliti a 8, li ricandiderà tutti?
«Molti hanno lavorato bene, altri meno. Sì, abbiamo un deficit di formazione politica come tutti i partiti. Qualche nuovo ingresso ci sarà, giovani soprattutto. Perché hanno più idee su cosa fare per Viterbo, io ne ho alcune per cui sto lavorando con il Governo, ma qui come alla Regione dobbiamo contare di più. Con un sindaco più capace di dare la direzione».

Ma allora non è che nome vale l'altro.
«No, è chiaro. L'altra volta fui io a indicare Arena ricorda dopo che il nostro candidato Alessandro Usai dovette rinunciare per motivi di lavoro, e dopo che Santucci rispose no. Arena lo abbiamo scelto, sostenuto e votato perché siamo leali, mentre nel suo partito... ma lasciamo perdere. E' vero, ci fu una sollecitazione da Roma a chiudere sul candidato, stavolta lì hanno altri problemi. E forse è un bene».
 

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