Tevere, esposto per i lavori sull'argine

Tevere, esposto per i lavori sull'argine
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Domenica 23 Gennaio 2022, 05:03
IL CASO
Sui lavori dell'argine lungo il Tevere a Pontevalleceppi, dopo le polemiche, ci sono le carte bollate. Di più: c'è un esposto fatto partire una decina di giorni fa dal Comitato Molino di Fortebraccio, da Arci, da Parco Tevere e Centro Culturale 93 che denunciano ritardi, dubbi e difesa del territorio che non è andata nella direzione sperata. L'esposto non solo ha preso la strada della Procura della Repubblica, ma che quella di Finanza, Carabinieri Forestali e Corte dei Conti con il supporto dell'avvocato Valeria Passeri.
Sono i ritardi dell'intervento di realizzazione dell'argine, il primo mattone su cui viene costruito l'esposto. Basta dare uno sguardo alle date: l'accordo di Programma Quadro in materia di difesa del suolo tra Governo e Regione Umbria è dell'11 luglio del 2001 e ha definito gli interventi per le aree ad elevato rischio R4 e le modalità di attuazione degli interventi per il triennio 2001-2003. Quindi gli interventi previsti dovevano essere realizzati entro il triennio. «L'intervento di arginatura- sottolineano Comitati e associazioni- si è concluso (in realtà mancano ancora alcuni lavori) nel 2021, quindi ci sono voluti venti anni durante i quali sono avvenute alluvioni con notevoli danni (vedi soprattutto quella del 2005, poi 2008,2010) che potevano essere evitati se i lavori fossero terminati nei tempi previsti». Il finanziamento è stato di 1.291.142,25 euro.
Secondo chi protesta «inizialmente, la progettazione ha riguardato le aree R4 di Pontevalleceppi, ma con l'integrazione finanziata del 2003, piuttosto che destinarla ad una più efficace progettazione (interessando anche le aree R4 di Pretola e le aree di fascia A comprendenti il depuratore comunale e un'azienda di bitumi, da sempre soggetti alle inondazioni con relativo inquinamento dei terreni e del Tevere), le opere di arginatura sono state realizzate solo a Pontevalleceppi, prolungando a monte l'argine in aree a minore rischio. Non risulta nessun atto dell'Autorità di Bacino o altro organo competente che autorizzi lo spostamento del finanziamento». Tra i passaggi su cui posano i dubbi il fatto che «il tracciato realizzato risulterebbe in vari tratti, Soprattutto nel i stralcio, spostato verso la sponda del Tevere, interferendo con la fascia boscata, sia abbattendo alberi monumentali...». Inoltre risulta realizzata tra le sezioni una scogliera «sul lato campagna di circa 75 metri, di cui non si ha traccia negli atti: non è prevista nel progetto e non viene menzionata durante i lavori nelle varianti in corso d'opera e nel collaudo». Per quanto riguarda le rampe di accesso tra percorso verde e zona del fiume «le Relazioni tecniche del Progetto Esecutivo I e II Stralcio confermano la pendenza non maggiore dell'8%...la loro realizzazione è avvenuta invece con pendenze notevolmente superiori rispetto a quanto previsto, tali da renderle impraticabili e pericolose...». Di più, l'argine sarebbe nato «sostanzialmente per poter riperimetrare le aree a rischio R4 e R3 per renderle edificabili...». Possibile?
Luca Benedetti
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