«Sito chiuso primo passo ma noi non ci fermiamo»

«Sito chiuso primo passo ma noi non ci fermiamo»
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 05:01
IL CASO
Aveva solo 19 anni Fabio, di Latina, quando pochi giorni prima di Natale ha deciso di togliersi la vita. Ha raccontato ai genitori di andare a dormire a casa di una amica e invece ha preso una stanza in un hotel di Roma, vicino alla stazione Termini. Prima di ingerire il nitrito di sodio ha lasciato due video e un messaggio, chiedendo scusa per il dolore che il suo gesto avrebbe provocato e dicendosi dispiaciuto per la gioia che gli dava il canto e la recitazione. Spetta ora alla famiglia il tremendo compito di mettere insieme i pezzi del puzzle e ricostruire cosa sia accaduto, perché e se ci sia o meno la mano di qualcuno. Un primo passo verso la verità è stato compiuto: due giorni fa è stato oscurato un sito web in cui venivano dati consigli ai giovani intenzionati a suicidarsi e che sarebbe stato consultato, da quanto si apprende, anche da Fabio. «Ci siamo esposti racconta il papà di Fabio, Marco Gianfreda proprio quando abbiamo letto un articolo sul Messaggero firmato da Giuseppe Scarpa in cui veniva raccontata la storia di Paolo, nome di fantasia, che si era tolto la vita in un bed&breakfast di Roma. Abbiamo notato tante analogie con la storia di Fabio: stessa sostanza utilizzata, la stessa scelta della camera di un hotel a Roma e lo stesso collegamento con il sito web tramite il quale i ragazzi venivano supportati, incitati, coadiuvati. Abbiamo contattato il giornalista e tramite lui la famiglia e messo insieme i primi pezzi. Non abbiamo ancora la certezza che Fabio fosse iscritto al sito. Abbiamo consegnato i device agli investigatori, ma prima di darli abbiamo fatto in tempo a vedere le pagine salvate e su una di questa appariva la ricetta fornita da questa community, la precisa routine da seguire per togliersi la vita con il nitrito di sodio. Fabio aveva cancellato tutte le altre pagine visitate».
Le indagini della Procura di Roma per risalire all'identità di tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nell'attività sono in corso ed hanno portato la Polizia Postale ad oscurare il sito incriminato. Nel frattempo restano centinaia di domande senza risposta. «Fabio racconta ancora il papà aveva una spiccata vocazione artistica: era appassionato di teatro ed era ritenuto un attore molto promettente tanto che per un periodo l'idea di trasformare il sogno in un lavoro l'aveva accarezzato. Poi, si sa come sono gli adolescenti, cambiano idea ogni secondo. Dopo la maturità si era iscritto alla facoltà di sociologia, alla Sapienza, e aveva poi invece deciso di dedicarsi al canto, altra sua passione che aveva da piccolo. Durante il primo periodo della pandemia, ad aprile 2020, era stato poco bene. Crediamo che il lockdown sia stato un acceleratore di un malessere che ancora non abbiamo chiaro. Era in cura da una psicologa e a maggio gli era stata diagnosticata la depressione per la quale aveva un supporto farmacologico. Ma era stato meglio e il periodo peggiore sembrava superato tant'è che aveva sostenuto con successo la maturità, era pieno di interessi e progettava il futuro».
Per ora le informazioni utili sono poche. «Ha lasciato diversi scritti continua Marco e due video. Si dice dispiaciuto per noi genitori, per il fratello e perché non può continuare l'attività della musica che gli dava gioia, ma non spiega in maniera chiara le motivazioni che non si è dato il tempo di risolvere. Nessuno, né noi, né la psicologa, né gli amici né tantomeno gli insegnanti di canto e recitazione hanno mai avuto il sentore che potesse succedere una cosa del genere. Abbiamo scelto da subito di non nascondere il nome di nostro figlio perché non abbiamo remore a parlare di Fabio. Anche se siamo nel pieno della tempesta, siamo orgogliosi di nostro figlio e se le indagini potranno evitare che anche un solo altro ragazzo prenda la decisione che ha preso Fabio sarà già una grande vittoria. Allo stesso tempo stiamo lavorando a un progetto per trasformare questa tragedia in qualcosa di positivo e abbiamo iniziando con delle borse di studio per chi non può permettersi di studiare canto e recitazione».
Bianca Francavilla
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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