Allarme della Cgil: «Boom per la cassa integrazione»

Allarme della Cgil: «Boom per la cassa integrazione»
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Domenica 23 Novembre 2014, 06:11
LA CRISI
ROMA Autunno amaro per molti lavoratori. Le ore di cassa integrazione hanno ripreso a correre. A ottobre ne sono state autorizzate 118 milioni, 19 in più rispetto allo stesso mese del 2014. Ma anche rispetto a settembre 2014 il trend è preoccupante: +13,17%. Il conto dei primi 10 mesi dell'anno si avvicina così pericolosamente al miliardo di ore di cig (940.000). La perdita complessiva di reddito per i lavoratori è arrivata a 3,6 miliardi. Per quelli che hanno dovuto subire la cig a zero ore (ben 540.000 lavoratori) l'effetto in busta paga è stato micidiale: -6.700 euro. È un quadro più che preoccupante quello che emerge dal rapporto di ottobre dell'Osservatorio cig della Cgil che elabora i dati Inps. Rende evidente quanto questa estenuante crisi si stia riacutizzando e quanto sia alto il prezzo che stanno pagando i lavoratori.
Se confrontiamo i primi dieci mesi del 2014 con quelli del 2013 scopriamo che complessivamente c'è stata una diminuzione (-3,5%) del ricorso alla cig. Ma settembre e ottobre - come abbiamo visto - sono in forte recupero. Inoltre più della metà del totale delle ore è per cig straordinaria. È come se molte aziende avessero tentato di tirare la corda il più possibile, e poi hanno mollato stremate. In questi dieci mesi sono state 12.899 le aziende (intese come unità territoriale) che hanno fatto ricorso ai decreti cig (+32% rispetto al 2013). In crescita i ricorsi per crisi aziendale (+3,16), i contratti di solidarietà (+55,14%) e ristrutturazione (+5,75%). Purtroppo aumentano anche le aziende che gettano completamente la spugna: si impennano i concordati preventivi (+136,32% per 501 aziende) e i fallimenti (209 per un +31,45%).
RISCHIO DEINDUSTRIALIZZAZIONE

A soffrire di più è il Nord. È qui che, complice il maggior tasso di industrializzazione, si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Al primo posto c'è la Lombardia (232 milioni di ore per 133.000 lavoratori coinvolti), seguono il Piemonte (111 milioni di ore per 63.000 lavoratori) e il Veneto (78 milioni di ore per 45.000 persone). Male anche il Lazio (80 milioni di ore con 46.000 lavoratori coinvolti) e la Campania (59 milioni di ore per 34.000 lavoratori).
E così non stupisce più di tanto l'allarme lanciato dall'Adusbef secondo cui la tredicesima in arrivo (un bottino complessivo di circa 34 miliardi di euro) alla fine sarà quasi tutta destinata ai debiti da pagare e alle tasse. Solo il 9,4% - sostiene l'associazione dei consumatori - sarà utilizzato per regali natalizi, cenone e chi può viaggi. Risparmi manco a parlarne.
Giusy Franzese
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