Virus, Musumeci: «Viaggi tra le regioni? Aspettare giugno»

Virus, Musumeci: «Ripartenze, il governo fissi linee generali. I viaggi tra le Regioni? Aspettare giugno»
di Diodato Pirone
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Domenica 10 Maggio 2020, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 17:29

Con i suoi cinque milioni di abitanti la Regione Sicilia, guidata dal presidente di centro-destra Nello Musumeci, è la più importante fra le cinque a statuto speciale. Nella pandemia da coronavirus è stata fra quelle che hanno meglio contenuto il fenomeno eppure non si distingue per la corsa agli annunci di riaperture regionali.
Presidente Musumeci, come giudica le scelte di suoi colleghi di anticipare il via libera di alcune attività anche se la Fase Due è partita solo cinque giorni fa?
«In una pandemia che non conosce confini il fattore Autonomia - di cui sono un difensore - può giocare fino a un certo punto. E aggiungo che è apprezzabile il lavoro comune fatto dal governo e dai presidenti di Regione di tutte le parti politiche con quelli di centro-destra in ampia maggioranza. Il che non mi impedisce di dire la mia senza naturalmente giudicare nessun collega sul piano personale anche perché sono uno dei componenti della cabina di regia istituita fra governo e Regioni».
E quindi?
«Penso che il governo dovrebbe egli stesso dare linee guida alle Regioni, rispettando ovviamente i criteri scientifici di contenimento dell'epidemia. Entro queste linee le Regioni dovrebbero svolgere un proprio ruolo adattando le regole nazionali alle realtà della propria Sanità».
Ma lei intende riaprire come ha fatto l'Alto Adige o seguire la Calabria anche se è stata bocciata dal Tar?
«Guardo innanzitutto alla situazione epidemiologica nazionale e siciliana. E il mio primo pensiero è quello di dire ai siciliani, nell'interesse della loro salute e della loro economia, di non rovinare il risultato che hanno ottenuto nelle scorse settimane durante le quali si sono comportati bene e hanno smentito pregiudizi sul loro individualismo. Dobbiamo stare attenti perché la paura sembra finita. Invece il virus è in agguato».
Diamo un'occhiata ai numeri. Escludendo le rianimazioni, in questo momento negli ospedali siciliani ci sono circa 250 ricoverati mentre in quelli dell'Alto Adige se ne contano circa 80. Ma voi avete dieci volte il numero degli abitanti dell'Alto Adige. Dunque voi state molto meglio. Che senso ha che loro riaprano i negozi e voi no?
«Infatti ho detto che deve essere il governo a fissare i punti di riferimento generali e le Regioni a plasmarli sul territorio. In questo modo governo e Regioni si assumono precise ma diverse responsabilità».
In concreto?
«Io avrei aperto i parrucchieri dal 4 maggio. Ma sul piano sanitario è Roma che deve assumersi la responsabilità delle linee-guida da fornire alle Regioni. L'epidemia non è finita e non intendo accreditare liberi tutti».
Dunque non seguirà l'Alto Adige anche se a Palermo l'epidemia morde meno che a Bolzano?
«Capisco lo stato d'animo di alcuni miei colleghi ma dev'essere Roma a dare più flessibilità alle Regioni considerando che nel Sud la situazione sanitaria ed economica è diversa da quella del Nord Ovest».
La Regione Sicilia è stata fra le più rigorose nelle scorse settimane e ha imposto filtri all'accesso all'isola.
«I risultati parlano da soli. Questo non mi ha impedito di consentire dal 4 maggio, ma per la mobilità locale, ai siciliani di recarsi nelle seconde case a patto però di restarci per lunghi periodi».
Si ipotizza che i viaggi interregionali possano riprendere dal 25 maggio. Anche per la Sicilia?
«Spetta al governo decidere. Io sarò chiamato a fornire un parere e proporrò il primo giugno».
Ultima domanda: non crede che dopo la Pandemia bisognerà rivedere i rapporti di forza fra Governo e Regioni?
«La esperienza delle Regioni è fatta di luci e ombre, ma, attenzione: nel quadro dell'unità nazionale le ragioni dell'Autonomia restano validissime».
 

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