Voto annullato a Latina, inchiesta già aperta d'iniziativa dal procuratore De Falco

Voto annullato a Latina, inchiesta già aperta d'iniziativa dal procuratore De Falco
di Andrea Apruzzese e Vittorio Buongiorno
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Mercoledì 3 Agosto 2022, 11:32

Accertare eventuali responsabilità, perché alla città di Latina e ai suoi cittadini è stato procurato un danno. L'esposto, «contro ignoti», alla Procura della Repubblica di Latina, da parte del Movimento 5 Stelle, è stato depositato ieri. Ed è il secondo, dopo quello di Andrea Silvani, candidato consigliere comunale della lista Latina nel cuore. Al momento, sono quindi già due gli esposti depositati, da parte, rispettivamente, di Gianluca Bono, portavoce e candidato sindaco del M5S (e poi, nel ballottaggio di ottobre scorso apparentatosi con Damiano Coletta), e dall'altra da Silvagni, di una lista a supporto della candidatura di Vincenzo Zaccheo.
In realtà la Procura un fascicolo lo ha già aperto. «Di iniziativa», spiegano da via Ezio. All'indomani della sentenza del Tar è stato lo stesso procuratore della Repubblica Giuseppe De Falco ad aprire il fascicolo contro ignoti che al momento risulta sempre assegnato al capo dell'ufficio. D'altra parte era talmente netta la chiosa contenuta nella motivazione dei giudici amministrativi sull'ipotesi di inquinamento del voto e sulle cosiddette schede ballerine.
Al momento però non risulta che la Procura abbia avviato alcuna attività a cominciare dal richiedere l'elenco dei presidenti e degli scrutatori delle 22 sezioni in cui il voto è stato annullato e in particolare delle 4 sezioni dove gli errori sono stati macroscopici ed eclatanti, tali da far pensare a qualcosa di più e di diverso da uno sbaglio formale nei conteggi.


Se quello del candidato di centrodestra è stato depositato dopo la sentenza del Tar ma prima di quella del Consiglio di Stato, e si lamenta il fatto che a Silvagni sarebbero mancate delle preferenze, gli esposti, bipartisan, stanno comunque a significare che da entrambi gli schieramenti c'è interesse a capire cosa possa essere accaduto nelle 22 sezioni elettorali di Latina, le cui operazioni sono state annullate dalla sentenza del Tar, confermata poi da quella del Consiglio di Stato. Rispetto a quello di Silvagni, quello di Bono è un esposto estremamente sintetico, che prende le mosse dalle sentenze di Tar e Cds: «Il sottoscritto Gianluca Bono, portavoce del M5S Latina, per nome e conto del proprio gruppo politico locale, con la presente, deposita formale denuncia/querela contro ignoti che si sono resi responsabili, secondo quanto stabilito nelle allegate sentenze del Tar e del Cds, di inquinamento del voto mediante una diffusa e grave violazione delle disposizioni poste a tutela della libertà del diritto di voto. Per quanto sopra, si auspica, se non già avvenuto, l'apertura di un fascicolo investigativo finalizzato ad accertare eventuali responsabilità penali soggettive. Per qualsivoglia informazione o comunicazione al riguardo si resta a disposizione». Un esposto stringato, al quale sono allegate le due sentenze. «Non abbiamo elementi precisi in mano e per questo l'esposto è contro ignoti - spiega Bono all'indomani del deposito dell'atto - ma, visto quanto affermano le sentenze, e visto che è stato comunque cagionato un danno alla città e ai suoi cittadini, è a nostro parere corretto che si indaghi per accertare eventuali responsabilità, e che gli eventuali responsabili siano chiamati a risponderne».
Bono, per il M5S ha anche già depositato l'annunciato appello alla Prefettura per maggiori controlli nelle future operazioni di voto del 4 settembre nelle 22 sezioni, affinché non si verifichino ulteriori irregolarità. Nella nota rivolta al Prefetto, Maurizio Falco, Bono scrive che «tenuto conto degli accadimenti che hanno portato al commissariamento del Comune di Latina e preso atto di quanto evidenziato nella sentenza sia del Tar che del CdS», e chiede che «alle prossime elezioni suppletive del 4 settembre, nelle 22 sezioni incriminate, per quanto possibile, sia elevato il livello di sorveglianza, ovvero venga posta in essere qualsivoglia misura atta prevenire l'inosservanza delle regole di voto e di scrutinio».
 

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