Sabaudia, l'arresto di Salvatore Di Maio: “Imponeva il terrore anche per poche migliaia di euro”

Sabaudia, l'arresto di Salvatore Di Maio: “Imponeva il terrore anche per poche migliaia di euro”
di Vittorio Buongiorno
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Venerdì 6 Maggio 2022, 10:15

Imponeva il terrore anche per poche migliaia di euro. E' quello che emerge dall'inchiesta del pm Claudio De Lazzaro. Al termine delle indagini della Squadra Mobile della questura di Latina ieri mattina è finito agli arresti domiciliari Salvatore Di Maio, 75 anni. Il provvedimento è stato firmato dal gip Giuseppe Cario.
Di Maio è una vecchia conoscenza delle cronache. In questa indagine è ritenuto a vario titolo responsabile dei reati di turbata libertà degli incanti e intestazione fittizia di beni. Nell'ambito dell'operazione si è proceduto all'esecuzione del sequestro preventivo nei confronti di Di Maio e della moglie, che è indagata nell'ambito del procedimento, di sette immobili e di una società immobiliare a Sabaudia.


Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata da una donna nel luglio 2020. Era stata portata sull'orlo della disperazione, ma ha avuto coraggio. La donna ha raccontato agli investigatori della polizia cosa le era capitato dopo che aveva deciso di partecipare a un'asta per comprare una casa. Dal notaio scopre che è l'unica concorrente, versa la caparra e ottine l'aggiudicazione provvisoria da parte della società Invimit incaricata della dismissione del patrimonio immobiliare di enti pubblici fra cui quello della Regione Lazio. Ma quando pensa che la strada è in discesa accade di tutto. Durante un sopralluogo con i tecnici della società venditrice viene aggredita verbalmente da Di Maio. «L'attuale indagato - scrive il gip - urlava reclamando un suo asserito diritto per quell'immobile protestando per l'ingresso degli altri, urlava rivendicando in precisati i diritti sulla struttura pur non avendo alcun documento per il rapporto vantato». Succede un'altra cosa strana.
«Quel giorno - annota il gip Giuseppe Cario - la donna riceve la telefonata del funzionario dellaInvimit il quale sorprendentemente proponeva la restituzione della somma già corrisposta per l'acquisto e ciò proprio per evitare il rogito».


Le indagini della Squadra Mobile di Latina, guidata dal vice questore Giuseppe Pontecorvo, sono andate avanti sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Latina «mediante l'assunzione di sommarie informazioni e attività di intercettazione» spiega la Procura. Viene fuori che Di Maio aveva occupato abusivamente l'immobile «nonostante il rilascio immediato ordinato con una sentenza del Tribunale Latina nel 2014».
Dalle indagini è emerso che Di Maio «intendeva lucrare dalla società Invimit e dall'aggiudicataria provvisoria una somma per liberare l'immobile in realtà non più in suo possesso - spiega la Procura - ciò era possibile anche in ragione del profilo delinquenziale mostrato dall'uomo come emerge dalla misura di prevenzione personale e patrimoniale in precedenza disposta dal Tribunale di Latina da cui si evince che lo stesso è stato condannato in primo grado per il reato di estorsione nell'ambito di un procedimento di criminalità organizzata».
«Le intercettazioni autorizzate dal gip hanno dato ampio riscontro alla denuncia della persona offesa - si legge nella nota della Procura - consentendo di accertare altresì come Di Maio alla luce delle condizioni di pericolosità rivestite e della pregressa misura di prevenzione subita avesse attribuito fittiziamente in capo a un prestanome, che oggi risulta indagato, e successivamente alla moglie, anche lei indagata, la titolarità della partecipazione in una società immobiliare, proprietaria di beni immobili e terreni gestiti dall'uomo ed allo stesso riconducibili tramite tale schermo».
Nella nota la Procura chiarisce che «il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza»

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