Quando a Ventotene sbarcarono John Steinbeck e Douglas Fairbanks jr

Quando a Ventotene sbarcarono John Steinbeck e Douglas Fairbanks jr
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 4 Aprile 2022, 12:39

I confinati di Ventotene visti con gli occhi dei ragazzini. Intellettuali, professori, politici che scrivevano con l'inchiostro simpatico per sfuggire alla censura, spedivano i documenti clandestini nel doppiofondo delle valigie. «Erano degni dei protagonisti di tanti romanzi d'avventura» racconta Paolina Baruchello, la scrittrice che martedì ha presentato a Roma nella libreria di Fabio Masi, "Panisperna 220", il romanzo per ragazzi "L'isola" (Ultima spiaggia editore,, 15 euro) che è ambientato a Ventotene durante la seconda guerra mondiale.

«L'idea ci è venuta con Fabio. Leggendo le memorie dei confinati e le biografie di quei personaggi questa cosa è balzata agli occhi. Usavano mille stratagemmi per per resistere a quella vita durissima. Da Pertini a Giacometti, alla Ravera, venivano fuori storie tra virgolette divertenti». Erano perfetti per un romanzo che ha per protagonisti quattro ragazzini. «Sono personaggi inventati - racconta l'autrice - ma interagiscono con i confinati». I giorni sono quelli drammatici del 1943 quando gli americani sbarcano sull'isola. Tra loro c'è anche John Steinbeck, lo scrittore americano che vincerà il Nobel nel 1962. «Era sul serio a bordo della nave Usa e lo sbarco è la storia di un bluff», racconta la Baruchello. E' la notte tra l'8 e il 9 settembre del 43, un giorno drammatico per la storia italiana. «I soldati Usa non sanno che sull'isola ci sono cento tedeschi e scendono in cinque». Insieme a Steinbeck sbarcano Douglas Fairbanks jr, il divo di Holliwood protagonista di Gunga Din e Il prigioniero di Zenda, e Henry Ringling North, proprietario del Circo Barnum. «Sono guidati dal capitano Frank Tarallo e quando si accorgono della situazione reggono il bluff fino all'arrivo dei rinforzi. I tedeschi sono terrorizzati perché pensano che gli americani siano tantissimi» racconta l'autrice. Una storia vera, anche se sembra inventata. «Douglas Fairbanks ne parla nelle sue memorie di guerra, e anche Steinbeck lo racconta in C'era una volta la guerra, disse che gli sembrava un western». Più complicato ricostruire la vicenda di North. «L'ho scopreto nei documenti dell'ufficio servizi strategici dell'esercito americano, era uno dei proprietari del Circo Barnum, e nel film Il più grande spettacolo del mondo il suo ruolo era interpretato da Charlton Heston».

E poi ci sono i ragazzini. «Ventotene è un'isola che frequento l'estate con le mie figlie. Ventotene per i bambini e per i ragazzi è sinonimo di libertà, anche da questo è nata lidea di raccontare quegli anni in cui vivere sullì'isola era il contrario della libertà. Ho raccontato i confinati senza i loro veri nomi ma sono ispirati a Pertini, Colorni, Rossi, Di Vittorio. Sono nomi che i ragazzi ritrovano sui banchi di scuola studiando gli anni del fascismo, mi piace l'idea che riflettano sul fatto che percorrevano le stesse strade che loro frequentano l'estate. Ventotene è una miniera di storie ed è bello poterle raccontare e condividere anche attraverso una storia adatta ai più piccoli». E' l'obiettivo che Fabio Masi persegue da anni con la libreria di Ventotene e con la casa editrice che hanno lo stesso nome: L'Ultima spiaggia.
Vittorio Buongiorno
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