A Latina piscina abusiva in pieno centro

A Latina piscina abusiva in pieno centro
di Rita Cammarone
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Domenica 14 Febbraio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 14:43

Una piscina di oltre 50 metri quadrati in pieno centro urbano a Latina, completamente abusiva: scatta l'ordine di demolizione. In via Nascosa invece nel mirino un'intera struttura adibita a ristorante-pizzeria con annesso agriturismo: in questo caso il provvedimento è di acquisizione gratuita di diritto al patrimonio del Comune.
Sono sei le contestazioni mosse dall'ufficio antiabusivismo del Comune di Latina ai proprietari di un'abitazione di via Montebello, alle spalle del Museo della Terra Pontina, a pochi passi da piazza del Quadrato. L'area interessata ricade all'interno del Ppe Centro Direzionale e in Aree Urbanizzate e Territori contermini compresi in una fascia di 150 metri lineari degli insediamenti urbani storici di Ptpr. Qui gli agenti della Polizia Locale hanno scoperto, oltre alla piscina lunga 10,85 metri e larga 5,8, realizzata in assenza di titolo edilizio, una serie di opere completamente abusive o in difformità ad autorizzazioni risalenti al 2000. La coppia, che risiede nella stessa abitazione, è stata deferita per abusivismo edilizio alla Procura della Repubblica.

Il caso è stato segnalato al Presidente della Regione Lazio. A seguito dell'informativa della Polizia Locale, trasmessa alla competente autorità giudiziaria a luglio 2020, l'architetto Eleonora Daga, dirigente del servizio Gestione del territorio del Comune di Latina, venerdì 12 febbraio scorso, ha emesso ordinanza di demolizione. Il provvedimento riguarda in primis la piscina e poi due tettoie, due strutture in ferro e la rampa di accesso al piano interrato. Concessi 90 giorni di tempo per demolire gli abusi edilizi o richiedere un permesso a costruire in sanatoria per le opere eventualmente sanabili. Trascorso infruttuosamente il termine dei 90 giorno, in sede di accertamento di non ottemperanza, sarà applicata una sanzione pecuniaria pari a diecimila euro. Contro l'ordinanza i proprietari dell'immobile di via Montebello potranno presentare ricorso al Tar entro 60 giorni dalla notifica.


IN VIA NASCOSA
Risale al 2018 l'accertamento della Polizia Locale al civico 612 di via Nascosa durante il quale sono emersi una serie di opere e manufatti abusivi, per una superficie complessiva di oltre 1.500 metri quadrati, all'interno della struttura adibita a ristorante-pizzeria con annesso agriturismo. Si tratta di Bacco&Circe - Oasi dei Sapori, con annessa piscina. Anche in questo caso i vigili urbani hanno redatto la loro informativa inviandola sia alla Procura che alla Regione Lazio. Da allora sono seguiti l'ordine di demolizione, il verbale di inottemperanza, una sentenza del Tar sfavorevole ai proprietari, l'applicazione di una sanzione pecuniaria di 20mila euro e l'ultima ordinanza, a firma dell'architetto Daga del Comune di Latina, emessa il 12 febbraio scorso, per l'acquisizione gratuita di diritto al patrimonio dell'ente municipale dei manufatti abusivi e dei terreni sui quali insistono. Disposta anche l'immissione in possesso. Contro il provvedimento, gli interessati potranno ricorre al Tar entro i termini consentiti. Cosa si sarebbe dovuto demolire in via Nascosa 612? Un ampliamento di circa 88 metri quadrati, realizzato sul lato anteriore di un preesistente capannone artigianale, con struttura in legno, parapetto in legno e soprastante infissi, all'interno della quale era stata rilevata la presenza di tavoli e sedie per ristorazione; un secondo ampliamento più modesto, di una trentina di metri quadrati, della tettoia in legno antistante il capannone; un manufatto in legno, teli e pvc, di circa 210 metri quadrati realizzato nell'area della piscina, un terzo ampliamento laterale del capannone per una superficie di 268 metri quadrati realizzato parte in muratura e parte in legno, presumibilmente adibito a camere da letto con bagno interno; e ancora pavimentazioni, pannelli, coperture e finanche un piano fuori terra per civile abitazione e un parcheggio di 2.500 metri quadrati. Opere che necessitavano di permessi a costruire e che invece il Comune non risulti abbia rilasciato.
Rita Cammarone
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