Insieme hanno condiviso la stessa malattia del remo. Ora, da affermati manager e uomini di sport, Davide Tizzano e Carlo Mornati ricoprono due prestigiose cariche a capo dell'Italia Team nello splendido e moderno fortino dell'università di Waseda a Tokorozawa - alla città è intitolato l'asteroide 7038 scoperto nel '95 - nella prefettura di Saitama a 30 km da Tokyo. È il campus della delegazione azzurra che ospita il nuoto, il fondo, la lotta, il golf, il triathlon, la scherma e l'atletica leggera, le discipline di casa al centro di preparazione olimpica Bruno Zauli di Formia, l'impianto diretto dal gennaio 2014 dall'ex canottiere napoletano Tizzano, che nella sua lunga carriera vanta due ori olimpici a Seul '88 nel quattro di coppia e ad Atlanta '96 nel doppio con Agostino Abbagnale.
«In totale saranno circa 200 tra atleti e tecnici con una permanenza media di una settimana», spiega il coordinatore del centro giapponese, che fu nominato già prima dello scoppio della pandemia dal numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò. L'occasione fu quando il segretario generale e capo missione Mornati, 49enne di Lecco argento nel quattro senza a Sidney 2000, firmò un protocollo d'intesa tra il Coni, la prefettura di Saitama, la municipalità di Tokorozawa e l'università di Waseda per l'utilizzo del campus dell'ateneo.
LO CHEF
Dal Centro Coni di Formia arriva un'altra figura illustre come lo storico chef Giovanni Vallario, originario di Rongolise (frazione di Sessa Aurunca), che sta deliziando Casa Italia con le sue prelibatezze. È alla sua quarta presenza olimpica dopo le avventure estive di Sidney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008, le invernali di Vancouver e Sochi, oltre i Mondiali di nuoto di Roma del 2009. Perché lui e non un altro chef più o meno stellato? La conferma arriva dal sito istituzionale del Coni: «Giovanni da anni offre e propone il corretto apporto nutrizionale senza mai trascurare la bontà e valorizzazione delle materie prime, sempre freschissime e in linea con le tabelle alimentari delle singole discipline, il tutto esplorando e spaziando nella migliore tradizione della cucina mediterranea».
Andrea Gionti
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