Agibilità del D'Annunzio, lo scivolone di Zaccheo

Agibilità del D'Annunzio, lo scivolone di Zaccheo
di Andrea Apruzzese e Vittorio Buongiorno
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Sabato 9 Ottobre 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 09:31

Cosa non sappiamo della mancata riapertura del Teatro D'Annunzio? C'è un retroscena che fino a ieri era una chiacchiera da bar e oggi è diventata invece una notizia? Accade infatti che in una intervista pubblicata sul Caffè il candidato sindaco Vincenzo Zaccheo ha rilasciato una dichiarazione che fa saltare sulla sedia. Alla domanda: Cosa farebbe per riaprire il D'Annunzio, ma anche il Cafaro che ormai sembra dimenticato? Zaccheo ha risposto così: «Scandaloso che in cinque anni e mezzo i teatri comunali siano rimasti chiusi. Se l'amministrazione non si fosse costituita parte civile con il Corpo dei Vigili del Fuoco, probabilmente il teatro sarebbe già aperto».
Una dichiarazione grave perché lascia intendere che in questi anni l'amministrazione comunale non avrebbe ottenuto da parte dei vigili del fuoco il via libera all'agibilità per una forma di ripicca. E' difficile da credere. Il comandante provinciale dei vigili del fuoco, contattato dal Messaggero, ha detto in sostanza che ciascuno si assume la responsabilità delle proprie dichiarazioni e che il Corpo ha sempre agito rispettando le normative. Ma allora perché Zaccheo lo ha detto? Fino a ieri pomeriggio non sono pervenute smentite a quelle dichiarazioni e dunque possiamo prenderle per buone. I colleghi del Caffé confermano che le risposte alle domande, come spesso accade in questi casi, sono state fornite via mail, per scritto dunque, sgombrando il campo da possibili errori o fraintendimenti. Zaccheo voleva dire quello che ha detto. Ma può un ex sindaco sostenere a cuor leggero che è meglio non costituirsi parte civile in un processo per non inimicarsi i vigili del fuoco? Si fa fatica a crederlo. Anche perché in passato è stato un funzionario del vigili del fuoco, ne conosce dunque i compiti istituzionali. Ovviamente le reazioni da parte della maggioranza che in questi ultimi 5 anni ha guidato il Comune non si sono fatte attendere.
«E inaccettabile rilasciare una simile dichiarazione che insinua dubbi sulla trasparenza dell'operato dei Vigili del Fuoco, come se i rilievi e le prescrizioni contestate fossero frutto di una rivalsa nei confronti dell'amministrazione comunale - scrive Emilio Ranieri - Un uomo delle istituzioni non può permettersi di esprimersi in questi termini adombrando dubbi su una questione così delicata come quella della messa a norma del teatro». Sul caso interviene anche un'altro assessore uscente, Dario Bellini: «Sta dichiarando che da parte dei VVFF di Latina c'è un intento persecutorio e dilatorio nell'autorizzare la riapertura del teatro comunale? Se così fosse non dovrebbe limitarsi a dichiarazioni elettorali propagandistiche ma andare in Procura a denunciare perché credo che dietro un simile atteggiamento si nasconda qualche reato». E, aggiunge Bellini, «di sicuro quelle semplici poche righe dette dal candidato Zaccheo dimostrano ancora una volta chi sia quel personaggio».
Il sindaco, Damiano Coletta, ieri sera, in una diretta Fb ha rincarato la dose: «Mi riservo di inoltrare alla Procura della Repubblica le affermazioni, gravissime, del candidato sindaco, Vincenzo Zaccheo sui Vigili del fuoco e la la vicenda del teatro». Coletta ha definito quella frase di Zaccheo, sul fatto che il Comune si era costituito parte civile nel processo Olimpia in cui erano coinvolti due ispettori del corpo, «un'insinuazione, che offende il comando dei Vigili del fuoco, e la cittadinanza stessa, un'affermazione grave che esprime senso di irresponsabilità, si vuole insinuare un atteggiamento persecutorio. La scelta di costituirsi parte civile per fatti che possono avere effetto sulla collettività, è una scelta di responsabilità per un Comune. Mi riservo di inoltrare questa affermazione alla Procura, perché non esiste campagna elettorale né alcuna giustificazione, quando ci si rivolge alle istituzioni e alla collettività». Il sindaco ha poi ricordato che «il teatro è stato chiuso dal commissario nel 2015 perché privo di agibilità di certificazione antincendio, era una questione di sicurezza. In quel teatro non è stata fatta manutenzione per 30 anni, ci pioveva dentro. Noi abbiamo fatto interventi per 1,2 milioni di euro e riaprirà entro un mese, un mese e mezzo».
Andrea Apruzzese
Vittorio Buongiorno
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