Donna uccisa, la figlia della vittima: «Non parlo». Il silenzio nel condominio

Donna uccisa, la figlia della vittima: «Non parlo». Il silenzio nel condominio
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 09:02

 La tabaccheria di via degli Elleni, di Cristiana Cepollaro, altra figlia della donna uccisa, è chiusa per lutto. Circolano dal giorno del delitto le immagini di Nadia Bergamini all'interno dell'attività, sorridente. Era nel settore commerciale da una vita, la conoscevano tutti, sapevano della malattia ma nessuno poteva immaginare una fine del genere. «Non voglio dire niente, scusate» - dice con la voce rotta dall'emozione Cristiana. Intorno ha familiari e amici, si trova nella situazione assurda di vedere il cognato - compagno della sorella - in carcere con l'accusa di avere ammazzato sua madre. Non è facile, anzi. E nessuno spende tante parole per l'accaduto. La domenica soleggiata in via Casorati, nel complesso di sei palazzine a ridosso della Pontina, invita i residenti a scendere in giardino. «Ho saputo, ma non li conoscevo, mi dispiace» - dice un signore allontanandosi in tutta fretta. «Erano alla palazzina F, io sto qui da poco, non posso aiutarvi» - è il commento di una giovane mamma. La palazzina è quella in fondo, sono tutte uguali, squadrate, 4 piani ciascuno da due appartamenti, risponde il vicino di casa: «Ci salutavamo, ma quello che succedeva non lo so dice c'erano stati dei rumori, come altre volte, ma nulla che facesse pensare al peggio». E Antonino? «Non era di tante parole».

 


 È pieno di gente il Lido di Latina, il sole splendente e il mare calmo che sembra una giornata d'estate. Le Bistrot, il locale di Stefania Cepollaro, è chiuso, nessun cartello, «L'estate lavorava molto dice un ristoratore conoscevo meglio la vittima e la figlia, anche il papà di lei. Per quanto riguarda il marito di Stefania non dava tanta confidenza, era sempre sulle sue». Riservato, taciturno, questo il quadro rispetto al presunto assassino. Ma nessuno avrebbe mai immaginato una fine simile.
G.D.G.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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