Da Tunisi a Latina, addio Pina è morta la figlia di Turi Rizzo

Da Tunisi a Latina, addio Pina è morta la figlia di Turi Rizzo
di Bianca Francavilla
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 12:08

Si è spenta Giuseppina Rizzo, pezzo di storia della città di Latina. Nata a Tunisi e trasferita prima a Pantelleria e poi nel pontino nel 1958, era infatti la figlia di Turi Rizzo, da cui prende il nome la storica pasticceria di via Pio VI. Sebbene non fosse lei in prima persona a mettere le mani negli impasti, ha di certo trasmesso la passione per i dolci a tutta la famiglia. Oggi il locale è alla quarta generazione e il segreto del successo viene proprio da quanto imparato dalla terra per eccellenza dei dolci, la Sicilia.

«Da un po' di anni non riusciva più a venire stabilmente al locale racconta il nipote Gianmarco, titolare di Turi Rizzo - ma le portavamo sempre il suo dolce preferito: la millefoglie». Giuseppina detta Pina (nella foto la famiglia Rizzo insieme alla famiglia Garsia) è dunque una delle protagoniste dell'attività sin dai suoi esordi e ha lavorato lì insieme al marito fino agli anni 90. «Nonna era la pacificatrice della famiglia racconta ancora il nipote - Si alzava alle 5 del mattino e la prima cosa che faceva era pulire i tappeti, reminiscenza di Tunisi. È stata per anni una presenza costante in pasticceria, insieme alle sorelle Anita e Adriana. Certo non stava in laboratorio perché finché c'è stato il mio bisnonno Turi nessuno poteva mettere mano ai dolci tranne lui e alcuni pasticceri di origine tunisina che aveva voluto al suo fianco».

L'arte della pasticceria che parte da lontano si può ammirare (e gustare) ancora adesso. «I prodotti per eccellenza tramandati sono la cassata, i cannoli, i biscotti alle mandorle, gli sfinci che sono bigné fritti e la pasta di mandorle.

La maggior parte li facciamo ancora, ma su qualcosa abbiamo dovuto variare. All'inizio, ad esempio, andava tantissimo la torta delizia a base di albicocca, ora ce ne chiedono due l'anno. E poi abbiamo adattato i prodotti: in Sicilia si fanno con la ricotta di capra, qui usiamo la ricotta di bufala o vaccina. Ma la ricetta rimane sempre quella originale che ha decretato il successo del mio bisnonno che ha iniziato a Pantelleria portando in bicicletta casa per casa i suoi prodotti. Una volta racconta ancora il Duce gli commissionò anche un dolce».

Una storia custodita nel cuore dai Rizzo. «Non so neanche dove il padre di mia nonna ha imparato a fare i dolci continua Gianmarco - per noi è come se li avesse sempre saputi fare». Nell'ultima parte di vita la Rizzo ha anche conosciuto il virus che tra le altre cose è stato una batosta per l' attività. «Diceva sempre che il coprifuoco non l'aveva visto neanche durante la guerra e che la cosa più brutta, era che la pandemia toglieva gli affetti che sono la cosa più importante». Il locale, dopo il decesso di Giuseppina Rizzo, è rimasto chiuso in segno di lutto per due giorni e i funerali si sono tenuti alla chiesa di San Luca.

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