Fisco, Dolce e Gabbana assolti in Cassazione «Noi onesti, viva l'Italia»

Fisco, Dolce e Gabbana assolti in Cassazione «Noi onesti, viva l'Italia»
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Sabato 25 Ottobre 2014, 06:22
LA SENTENZA
MILANO Assolti «perché il fatto non sussiste». Dopo sette anni di inchiesta, quattro di processo, un proscioglimento del gup (annullato dalla Corte suprema) e due condanne, per Domenico Dolce e Stefano Gabbana arriva il verdetto che cancella definitivamente l'accusa di omessa dichiarazione dei redditi. I due stilisti non sono evasori fiscali, ha stabilito la Cassazione assolvendoli con formula piena, e la coppia di sarti più famosa del mondo esulta su twitter: «Eravamo certi!!! Siamo delle persone oneste!!! W l'Italia».
IL NODO DELLA GADO
Il dispositivo letto dal presidente Alfredo Teresi non solo libera Dolce e Gabbana dal peso dall'accusa, ma è destinato anche a creare un precedente giurisprudenziale nella lotta all'elusione. «Una vittoria su tutta la linea. Siamo soddisfattissimi, finalmente è stata fatta giustizia», afferma il difensore Massimo Dinoia. Dalla serrata polemica, quando la boutique di via Spiga chiuse tre giorni «per indignazione» dopo che un assessore li bollò come evasori, alla piena riabilitazione dei creatori di moda: «Siamo sempre stati delle persone oneste, la giustizia italiana l'ha riconosciuto e ne siamo molto fieri», commentano i sarti. Secondo l'accusa avrebbero evaso tasse su un giro di affari di 200 milioni di euro spostando fittiziamente in Lussemburgo, nel 2004, la sede della loro società, la Gado, che nel frattempo è stata riportata in Italia. Il Tribunale di Milano li condannò a un anno e otto mesi di carcere per omessa dichiarazione dei redditi, l'Appello a un anno e sei mesi. Ora la Cassazione li assolve insieme al commercialista Luciano Patelli - «E' un processo che non avrebbe mai dovuto essere celebrato», sostengono i suoi legali Franco Coppi, Giuseppe Bana e Fabio Cagnola - a Cristina Ruella e Giuseppe Minoni, direttore generale e direttore finanziario della maison. I giudici hanno chiesto invece un nuovo processo d'Appello per Alfonso Dolce, fratello di Domenico: era lui ad amministrare la casa di moda. Annullate infine le statuizioni civili, ovvero i 500 mila euro che i due stilisti avrebbero dovuto pagare all'Agenzia delle entrate come risarcimento per il danno morale per il mancato pagamento delle tasse. Mentre lo Stato potrebbe essere chiamato a restituire circa 40 milioni di omesso versamento dell'Iva che Dolce e Gabbana hanno corrisposto prima del verdetto.
CONTENZIOSI APERTI
A questo punto la palla passa ai processi tributari ancora in corso in Cassazione. I sarti sono impegnati in un duplice contenzioso con l'Agenzia delle entrate, il più importante dei quali è sfociato in una maxi multa da 343,4 milioni di euro (più gli interessi) inflitta dalla commissione tributaria di Milano a marzo dell'anno scorso. Il secondo fronte riguarda 130 milioni di imponibile Ires contestato per gli anni 2004 e 2005 alla Gado. Su entrambi i giudizi pende il ricorso in Cassazione dopo che le commissioni tributarie hanno dato torto ai due stilisti sia in primo grado sia in Appello. Ma adesso i giochi si riaprono, benché l'assoluzione penale non abbia effetti certi e diretti sul contenzioso con l'Agenzia delle entrate.
Claudia Guasco
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