Accordo sulla Consulta: candidate due donne e patto con M5S al Csm

Accordo sulla Consulta: candidate due donne e patto con M5S al Csm
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Domenica 2 Novembre 2014, 05:47
IL CASO
ROMA Dopo un'impasse di oltre 4 mesi e mezzo e venti fumate nere in altrettante sedute congiunte di Camera e Senato, il nodo delle nomine di due giudici della Corte costituzionale sembra finalmente avviato allo scioglimento. Alla soluzione del caso si è arrivati con la mossa del premier Renzi - favorita un po' paradossalmente dallo scivolone del Pd che per il Csm aveva indicato una candidata, Teresa Bene, priva dei titoli necessari - che ha suggerito a Pd e Forza Italia di indicare per la Consulta due donne con caratteristiche ”tecniche“ di tutto rilievo, come richiesto, tra l'altro da M5S, e che ha aperto agli stessi pentastellati proponendogli un accordo complessivo che comprendesse, per loro, il seggio di palazzo de' Marescialli lasciato libero dalla Bene.
Le scelte del Pd e di FI, sarebbero quindi cadute rispettivamente sulla giuslavorista Silvana Sciarra, ordinaria di diritto del Lavoro all'Università di Firenze e su Maria Alessandra Sandulli, ordinaria di diritto amministrativo a Roma Tre, figlia dell'ex presidente della Consulta Aldo Sandulli, mentre per il seggio del Csm è in dirittura d'arrivo Alessio Zaccaria, ordinario di diritto civile a Verona. Quest'ultimo gradito al M5S e il cui ingresso nella partita giocata sui due giudici costituzionali e sull'ultimo dei membri ”laici“ ancora da eleggere al Csm, potrebbe aprire un capitolo nuovo nei rapporti dei grillini con gli altri gruppi del Parlamento. La richiesta dei 5 stelle era infatti quella di due «candidature tecniche di rilievo» per la Consulta su cui sarebbero stati «pronti ad aprire una riflessione». E una valutazione positiva in questo senso è venuta dal vicepresidente grillino della Camera Luigi Di Maio quando i nomi della Sciarra e della Sandulli avevano cominciato a circolare ieri mattina.
CONVERGENZA GRILLINA
Un voto convergente di M5S sulla terna Sciarra, Sandulli, Zaccaria, che porterebbe a 4 su 15 il numero della pattuglia rosa alla Consulta (già in ruolo Marta Cartabia e la new entry Daria De Pretis nominata due settimane fa da Napolitano) avrebbe come primo effetto quello di neutralizzare le eventuali conseguenze del dissenso serpeggiante sul nome della Sandulli all'interno di FI. Un agguerrito drappello dei gruppi azzurri di Camera e Senato non sembra infatti voler cedere alla scelta della candidatura ”tecnica“ per i giudici di nomina parlamentare, preferendovi un nome dal profilo più marcatamente politico. Nelle precedenti votazioni i disaccordi nel gruppo azzurro avevano determinato la bocciatura delle candidature - oltre che di Luciano Violante - di Antonio Catricalà, Donato Bruno e Ignazio Caramazza. Ma questa volta l'apertura di Renzi ai 5 Stelle potrebbe cambiare i giochi, rendendo ugualmente possibile, con l'eventuale concorso dei parlamentari grillini, il raggiungimento del fatidico quorum di 570 voti per la Consulta anche in presenza di un folto gruppo di franchi tiratori targati FI.
Mario Stanganelli
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