Donatella Stasio, la giornalista che è riuscita a 'svecchiare' l'immagine della Consulta con film, app e podcast

Donatella Stasio, la giornalista che è riuscita a 'svecchiare' l'immagine della Consulta con film, app e podcast
di Franca Giansoldati
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 15:46

Ha letteralmente rivoluzionato con le sue idee la comunicazione della Corte Costituzionale aprendo le porte di questo organismo e conducendolo tra la gente, tra le scuole, tra gli istituti penitenziari dove, per la prima volta, i giudici costituzionali hanno  tenuto lezioni e incontri con i detenuti. Senza filtri, senza schemi preordinati. Dalla esperienza dei giudici nelle carceri italiane Donatella Stasio, ex giornalista del Sole 24Ore e per cinque anni a capo dell'ufficio informazioni della Consulta, ha avuto l'intuizione di farne una piattaforma conoscitiva ancora più allargata trasformando tutto quel materiale in un film per la tv. 

Intitolato “Viaggio in Italia, la Corte costituzionale nelle carceri” ha rappresentato forse il momento di maggiore visibilità di questo percorso per svecchiare l'immagine un po' polverosa e troppo paludata della Consulta. «La Costituzione vive o muore nella realtà della vita sociale - aveva spiegato l'allora presidente Marta Cartabia durante le riprese del film negli istituti di pena – Il progresso civile richiede che ogni generazione si riappropri dei valori consegnati dai propri padri».

A coordinare tutto questo immane lavoro dietro le quinte c'era Donatella Stasio che nel frattempo metteva in cantiere anche la App della Consulta, la Libreria dei podcast dedicati ai temi di maggiore impatto sociale e politico – la redazione dei documenti. In pratica la Consulta è diventata una casa di vetro e le sue attività accessibili a chiunque. 

Stasio, laureata in giurisprudenza, giornalista per 33 anni al Sole 24Ore dove ha seguito tematiche di giustizia e politica giudiziaria, in passato ha anche curato per 15 anni una rubrica sulla rivista giuridica Cassazione penale (Giuffrè). Insieme a Lucia Castellano ha scritto Diritti e castighi, storie di umanità cancellata in carcere (Il Saggiatore, 2009). Oggi ha terminato la sua collaborazione con la Corte costituzionale, cominciata a novembre 2017. «L’intero collegio della Corte esprime vivo apprezzamento per l’impulso innovativo impresso alla comunicazione della Corte e per la grande professionalità dimostrata in questi anni». Stasio felice del cammino fatto offre un bilancio positivo: «Porto con me un’esperienza ricchissima e indimenticabile e ringrazio tutti coloro che in questi cinque anni mi hanno consentito di servire al meglio la Corte costituzionale e di avvicinarla ai cittadini». 

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