Impianto biogas, insorgono i comitati: «Va rivista la procedura, troppi dubbi»

Impianto biogas, insorgono i comitati: «Va rivista la procedura, troppi dubbi»
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Venerdì 26 Marzo 2021, 05:03
LA VERTENZA
Torna ad ingrossarsi sempre di più la protesta dei comitati periferici di quartiere di Priverno, Pontinia e Sonnino, e questa volta addirittura ne chiedono l'intervento del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani oltre alle autorità regionali (presidente e assessore all'ambiente della Regione) e provinciali (prefetto e presidente della Provincia). Altro pomo della discordia, dopo il problema della Sep, viene sollevato dai Comitati che mettono in dubbio la trasparenza sulla proprietà della Easy Energia che ha in gestione l'impianto di Biogas, in costruzione proprio nell'area industriale di Mazzocchio, ai confini dei terreni dei tre Comuni.
Quindi, dopo aver riscontrato alcuni dubbi maturati attraverso il riscontro delle visure della Società, spiegano che «le recenti vicissitudini giudiziarie che hanno coinvolto il settore dei rifiuti della Regione Lazio, e la precedente inchiesta della Dda che ha portato al sequestro della Sep di Mazzocchio (impianto di compostaggio), lo scrivente Comitato, come sia stato possibile autorizzare una Società che non esplicita il proprio asset societario, soprattutto alla luce delle più recenti normative antimafia e antiriciclaggio che richiedono, invece, massima trasparenza in materia».
LA PROCEDURA
Non basta, lasciano intendere gli esponenti dei Comitati di Boschetto, Gricilli e Macallè che chiedono anche «in seconda istanza, delucidazioni sull'iter che ha portato l'autorizzazione di questo nuovo impianto stante il perfetto funzionamento degli stabilimenti Sogerit e Sep capaci di lavorare l'intera frazione organica prodotta dall'Ato di riferimento». Infine mettono in campo anche un altro dato fondamentale che riguarda la «salute dei terreni inquinati dicono dalla vecchia gestione Sep, come accertato dall'inchiesta Smoking Fields». Si tratta infatti di terreni, spiegano «in alcuni casi adiacenti a quelli tuttora coltivati e sotto cui scorrono le falde acquifere».
Sandro Paglia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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