Scarpellini ai pm: «Favori a Pivetti Coratti e Ciocchetti»

Scarpellini ai pm: «Favori a Pivetti Coratti e Ciocchetti»
di Michela Allegri
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Sabato 24 Dicembre 2016, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 23:14

ROMA Un interrogatorio secretato, una lista di politici e funzionari amici: la carta vincente per trascorrere la vigilia di Natale a casa. Il costruttore Sergio Scarpellini, finito in manette una settimana fa per corruzione insieme a Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi, è stato ascoltato mercoledì dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dalla pm Barbara Zuin. Ha fatto il nome di altri uomini potenti che, così come ha fatto con l’ex finanziere Marra, avrebbe tentato di lusingare con regali e particolari attenzioni. Il tutto per avere una contropartita in agevolazioni. 

I NOMI
Ha detto che era in contatto con Mirko Coratti, ex presidente dell’assemblea capitolina in quota Pd e coinvolto in Mafia Capitale, Irene Pivetti, ex presidente della Camera recentemente candidata al consiglio comunale di Roma, e Luciano Ciocchetti, ex vicepresidente della Regione Lazio. I tre non sono indagati, ma gli inquirenti verificheranno che tipo di legame avessero con Scarpellini, che ha raccontato di aver elargito “prestiti” e di aver concesso contratti d’affitto particolarmente vantaggiosi nelle abitazioni a lui riconducibili. L’imprenditore settantanovenne ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, dicendosi disposto ad ammettere alcune responsabilità e ad aiutare nella ricostruzione dei fatti.

IL PARERE
Al termine di un’audizione durata cinque ore, la Procura ha dato parere favorevole alla sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Ieri, il gip ha deciso che l’imprenditore potesse effettivamente tornare a casa. I magistrati hanno già calendarizzato altri interrogatori, perché la lista di domande da sottoporre a Scarpellini è ancora lunga. Nell’ordinanza con cui attenua la misura, il gip Maria Paola Tomaselli scrive che «in sede d’interrogatorio di garanzia l’indagato ha sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità, sia pure cercando di ridimensionare la portata delle condotte da lui poste in essere». Nel successivo interrogatorio «ha confermato le dichiarazioni evidenziando le motivazioni che lo avevano condotto alle dazioni e al contesto nel quale si sono realizzate». Per il giudice le recenti dichiarazioni hanno pienamente confermato l’ipotesi accusatoria. E «alla luce di questo rese appare indubbiamente affievolito il pericolo di inquinamento probatorio». 

IL CASO MARRA
Resta invece in carcere Raffaele Marra. L’ex vicecapo di gabinetto della Raggi è accusato di aver accettato da Scarpellini due assegni circolari - messi a disposizione della moglie di Marra - per un totale da 367mila euro. I soldi sarebbero stati usati nel 2013 per l’acquisto di un immobile dell’Enasarco: un lussuoso appartamento in via dei Prati Fiscali. Negli atti dell’inchiesta figura anche un’altra casa sempre comprata dall’imprenditore con uno sconto del 40 per cento: praticamente 500 mila euro in meno. A incastrare l’ex finanziere, è stata un’intercettazione. E’ il 30 giugno. Marra telefona alla collaboratrice più stretta del costruttore. «Tanto lui lo sa che io sto a disposizione», dice, dopo aver chiesto l’intervento dell’immobiliarista per arginare le critiche sulla stampa. Nell’ordinanza di custodia cautelare di 17 pagine che ha portato in carcere funzionario e costruttore, il gip descrive il braccio destro della Raggi come un soggetto di «spiccata pericolosità sociale».

LE INDAGINI
Le indagini, effettuate dai carabinieri del Nucleo investigativo, riguardano numerosi interessi che da anni legavano i due indagati. In particolare affari immobiliari che vanno avanti dal 2009, quando l’ex finanziere collaborava con l’allora sindaco Gianni Alemanno. A fronte dei favori, sottolinea il gip Tomaselli, ci sono le numerose convenzioni urbanistiche tra il Comune di Roma e il gruppo Scarpellini, con affitti che raggiungono i 14 milioni di euro. Nel fascicolo d’inchiesta figurano a carico di Marra i reati di corruzione e peculato, ma la Procura sta indagando anche su un’ipotesi di riciclaggio. 
 

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