Otto asterischi su un cartello, otto come il numero di caratteri delle parole proibite: "нет войне", no alla guerra. È questa l'unica protesta rimasta a chi scende in piazza per la pace in Russia, dove anche scrivere la parola "guerra" è un reato perseguibile fino a 15 anni di carcere.
Dallo scorso 4 marzo una legge ha proibito l'utilizzo del termine guerra per definire l'offensiva russa in Ucraina. Quest'ultima non può essere criticata e può essere chiamata solo "operazione militare speciale", qualunque sinonimo viene considerato "notizia falsa" o "diffamatoria dell'esercito russo" e viene perseguita penalmente. Inoltre dal 2014 le manifestazioni non autorizzate dalla polizia sono vietate e punite con 15 giorni di prigione che in alcune circostanze possono diventare fino a 5 anni di detenzione.
Quasi 15mila arresti
Dopo tre settimane e quasi 15mila arresti in 67 città le immagini delle piazze piene di manifestanti per la pace dei primi giorni sono ormai un ricordo lontano. La repressione è stata durissima: il paese non può permettersi di tenere aperto anche un fronte interno mentre le bombe continuano a cadere sulle città ucraine e Mosca è stretta nella morsa delle sanzioni che promettono di mettere in ginocchio l'economia russa. La "caccia alle streghe" non riguarda solo le piazze reali ma anche quelle virtuali e ci sono stati casi di persone arrestate anche solo per un post o un Tweet. Adesso la censura ha colpito anche i social, Tik Tok è stato oscurato, Facebook e Instagram bloccati.
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Telegram e messaggi cifrati, così continua la protesta in Russia
In un contesto simile la voce della protesta si muove nella clandestinità, su canali telegram - dove è attiva la crittografia che garantisce l'anonimato dei messaggi - e attraverso messaggi in codice, meme, emoji, un linguaggio alternativo per non farsi smascherare. Come nel caso della protesta organizzata alle 19 in piazza Pushkin: per darsi appuntamento in molti hanno diffuso la foto del noto compositore, con accanto il numero 7 (orario della manifestazione) e l'emoji di un uomo che cammina. Punto di riferimento per i manifestanti è anche il sito OVD-Info, un progetto sui diritti umani contro la persecuzione politica in Russia che pubblica giornalmente gli elenchi con i nomi degli arrestati. Inoltre il sito della Ong offre assistenza ai detenuti tramite un numero verde e un canale telegram e pubblica aggiornamenti sugli arresti e le proteste che vengono sistematicamente censurati dai media russi.
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