Re Carlo, il tumore. Cognetti: «Può essere asintomatico. E non è necessariamente collegato alla prostata»

L'oncologo: questo cancro non è necessariamente da ricollegare al problema alla prostata

Re Carlo, il tumore. Cognetti: «Può essere asintomatico. E non è necessariamente collegato alla prostata»
di Graziella Melina
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Martedì 6 Febbraio 2024, 22:10 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 07:52

Sulle condizioni di salute di Carlo per il momento si fanno strada solo ipotesi. Stando alla nota ufficiale, il paziente è stato operato per una patologia non maligna della prostata. «In base ai pochi dati che conosciamo è impossibile determinare la neoplasia maligna che gli è stata diagnosticata», precisa Francesco Cognetti, oncologo dell’UniCamillus-Università medica internazionale di Roma.

Il comunicato intanto esclude il tumore alla prostata.

«Infatti, l’intervento chirurgico nel caso di un tumore della prostata si effettua solo a seguito di una diagnosi istologica che viene ottenuta prima dell’intervento con un’agobiopsia».

Come si spiega questa diagnosi di tumore a pochi giorni dall’intervento?

«L’ipotesi più probabile è che i medici abbiano fatto esami dai quali è emersa la neoplasia.

Di quale si tratti però è impossibile da determinare con i pochi dati che conosciamo».

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Come si procede in presenza di un sospetto diagnostico?

«Nel caso della prostata, se non si tratta di un tumore non si eseguono esami radiologici complessi. Per un sospetto tumore alla prostata si fa immediatamente una risonanza magnetica e una biopsia, che può essere mirata su alcune lesioni neoplastiche che sembrano tali alla risonanza magnetica. Nel momento in cui si decide di intervenire, la diagnosi di tumore alla prostata è già fatta. In genere, non si eseguono altri esami se non c’è un tumore. Certamente sono stati effettuati esami ematochimici. Non si può escludere peraltro che possa trattarsi di un tumore ematologico (leucemia o altro) emerso prima dell’intervento alla prostata e confermato successivamente».

Ma per trovare altre neoplasie servono esami specifici?

«È possibile che in questo caso si tratti di un tumore cosiddetto incidentale, anche asintomatico».

Non c’è sintomatologia?

«No. Possono essere anche tumori asintomatici. Non sappiamo se c’erano sintomi specifici».

 

Un problema alla prostata può essere il segnale di una neoplasia alla vescica, per esempio?

«Non è escluso, ma non mi pare il caso, potrebbe trattarsi di altro. Il fatto di aver avuto un sospetto tumore alla prostata non significa che Carlo abbia un altro tumore della sfera urogenitale».

Negli anziani la progressione della malattia è più lenta?

«Non sempre, dipende dal tipo di tumori più che dall’età».

Quali sono le neoplasie più diffuse tra gli anziani?

«La maggior parte colpiscono più gli anziani che i giovani. Il tumore alla prostata è uno di quelli che colpiscono di più le persone di una certa età».

Per prevenirli, gli esami del sangue periodici sono utili?

«Non sono così utili nella popolazione generale, salvo che non vi siano rischi specifici. Gli screening sono quelli classici: per il tumore della mammella, la mammografia in caso di maggior rischio; il pap test per la ricerca dell’hpv dei tumori per il collo dell’utero e i test per i tumori del colon retto e la tac spirale nei forti fumatori».

Tornando al re, se la diagnosi è arrivata dopo le dimissioni vuol dire che per alcuni esami serve molto tempo?

Dall’esecuzione dell’esame alla valutazione può passare qualche ora, o qualche giorno. Anche se, trattandosi di un sovrano, è possibile che i medici abbiano esaminato tutto nel tempo più rapido possibile. Insomma, i tempi lunghi potrebbero essere dovuti anche al fatto che sia stato necessario ragionare su quando e come comunicarlo in forma ufficiale».

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