Putin, i soldati russi si ribellano: «Attacco folle nel Donetsk, ci mandano a morire»

La 155esima brigata di fanteria della Flotta del Pacifico, si è rivoltata contro i suoi comandanti

Soldati russi d'elite si ribellano: «Mandati allo sbaraglio, 300 di noi sono morti»
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Lunedì 7 Novembre 2022, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 16:34

Un ammutinamento rischia di mettere in crisi l'offensiva di Putin nel Donetsk. La 155esima brigata di fanteria della Flotta del Pacifico, una unità di élite delle forze di Mosca, si è rivoltata contro i suoi stessi comandanti definendo "sconcertante" l'attacco al villaggio ucraino di Pvlivka (sudovest del Donetsk). I soldati ribelli dicono di essere stati ridotti a "carne di cannone" e hanno scritto una lettera ai comandanti sull'alto numero di vittime: circa 300 russi sarebbero morti o dispersi in 4 giorni di combattimento. 

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Un'offensiva «scellerata»

A scatenare l'ira dei soldati è stata l'operazione nel villaggio di Pvlivka in Ucraina che aveva lo scopo di assumere il controllo di una strada fondamentale per i rifornimenti.

Un attacco che pero è costato un alto numero di vittime ai russi: nell'offensiva sono morti 63 uomini in due giorni e ci sarebbero già circa 300 vittime russe tra morti feriti e dispersi. 

 

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La lettera: «Mandati a morire come carne da cannone»

«Siamo stati gettati in un'offensiva sconcertante» scrivono i sopravvissuti in una lettera al governatore della regione di Primorye « L'avanzata è stata pianificata, malgrado un chiaro svantaggio strategico solo a beneficio dei rapporti e dei premi dei comandanti. Abbiamo perso circa 300 uomini negli scontri in seguito a una offensiva attentamente pianificata dai grandi comandanti. Il comandante del distretto e il comandante della brigata stanno nascondendo quello che è avvenuto per paura di doverne rispondere. L'unica cosa che interessa loro è mettersi in mostra. Ci chiamano carne da cannone».  A diffondere il testo della lettera è la blogger pro guerra Anastasia Kashevarova e dal canale Telegram Grey Zone.  

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I dubbi dei soldati 

I soldati concludono chiedendo al Cremlino un'indagine indipendente (condotta al di fuori del ministero della difesa) per indagare sulla fattibilità della campagna di Pavlivka. Mosca però nega tutto: il Cremlino ha ordinato un'inchiesta per possibile disinformazione da parte dei servizi di intelligence ucraini.

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