Guerra Ucraina, si muovono i leader di 7 Paesi africani (ma finiscono sotto le bombe di Putin). Cosa c'è dietro la missione di pace

La delegazione guidata dal presidente sudafricano Ramaphosa vuole anche raccontare gli effetti devastanti del conflitto sull'economia del Continente

Guerra Ucraina, si muovono i leader di 7 Paesi africani (ma finiscono sotto le bombe di Putin). Cosa c'è dietro la missione di pace
di Gianluca Cordella
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Venerdì 16 Giugno 2023, 19:15

L'Africa si mobilita per la pace. Anche se la missione dei sette leader – che avevano in agenda gli incontri con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello russo Vladimir Putin – non è iniziata nel migliore dei modi: appena arrivata a Kiev, la delegazione guidata dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa è stata sorpresa dalle sirene dell'allarme aereo che annunciavano imminenti bombardamenti russi. E così i leader sono stato constretti a trasferirsi in un rifugio antiaereo di uno degli hotel della capitale ucraina. «Putin ignora la sicurezza dei leader stranieri», ha attaccato Kiev mentre il Cremlino, in una nota ufficiale, ha già fatto sapere che Putin «è aperto a qualsiasi contatto o idea per risolvere la crisi in Ucraina, ma non è in programma l'adozione di documenti basati sui risultati dell'incontro del presidente russo con i leader dei Paesi africani», previsto per domani a San Pietreoburgo. Insomma, la missione di Mamma Africa sembra esser stata stroncata così, sul nascere. Ma merita comunque un passo indietro, perché, al di là della mediazione sulla pace, la spedizione porta con sé anche un messaggio importante sulle ripercussioni della guerra per il Continente.

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La missione

La delegazione guidata da Ramaphosa è composta anche dal presidente del Senegal Macky Sall, dello Zambia Hakainde Hichilema, del Congo Sassou Nguesso e delle Comore Azali Assoumani e dal primo ministro d'Egitto Mustafa Madbuly. Per l'Uganda è presente un ex primo ministro e non il presidente Yoweri Museveni, risultato positivo al Covid. I leaderi africani hanno raggiunto la Polonia, Varsavia in particolare, per un primo meeting con il presidente Andrzej Duda per discutere – si legge in una nota dell'ufficio di preisdenza polacco - «della situazione in Ucraina, dei crimini di guerra russi, del sostegno all'Ucraina e della missione di pace africana».

Da lì si sono poi spostati in treno verso l'Ucraina. Scopo della missione è, sì, incoraggiare i negoziati di pace ma anche farlo dopo aver evidenziato l'impatto devastante che il conflitto ha avuto sul loro continente.

Ma, come detto, all'arrivo a Kiev i politici sono stati accolti dalle bombe di Putin. «I missili sono un messaggio all'Africa: la Russia vuole più guerra, non la pace», dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. E, d'altra parte, la nota del Cremlino mette di fatto la parola fine allo sforzo di mediazione africano prima ancora che possa essere entrato nel vivo, con il confronto con Zelensky prima e Putin, poi.

Se non altro, sottolinea la Ue attraverso il portavoce del servizio esterno, Peter Stano, «questo episodio avrà chiarito ai leader africani chi è l'aggressore». Paesi africani che, in diversi casi, non hanno finora condannato la mossa militare di Mosca, al punto che proprio il Sudafrica, il mese scorso, ha concesso l'immunità diplomatica a Putin per consentirgli di partecipare al vertice dei paesi Brics (Russia, Brasile, India, Cina e Sud Africa) in programma a fine agosto. Un'apertura che, a quanto pare, non è stata ricambiata dallo zar.

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