Mamma lascia la figlia di 20 mesi a casa per una settimana per festeggiare i 18 anni: la piccola muore di fame

Mamma lascia la figlia di 20 mesi a casa per una settimana per festeggiare i 18 anni: la piccola muore di fame
di Antonio Calitri
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Domenica 28 Marzo 2021, 00:37 - Ultimo aggiornamento: 12:16

Dopo 15 mesi di indagini da parte della polizia di Brighton e un dossier di prove schiaccianti, venerdì scorso Verphy Kudi, ragazza madre e aspirante modella, è stata costretta a confessare: sua figlia Asiah, ad appena 20 mesi, è morta per sua responsabilità, per la sua condotta agghiacciante. Nel dicembre del 2019 la teenager lasciò la bambina da sola nella casa popolare dove abitavano insieme. Se ne andò per sei giorni, per festeggiare il suo diciottesimo compleanno a Londra e in altre località. Così la figlia è morta di fame, di sete e per un’influenza sopraggiunta in quelle condizioni disperate. Una fine atroce che sta indignando la Gran Bretagna dopo che sono emersi i dettagli della confessione. 

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L’inchiesta

Le prove erano tali che Verphy Kudi non poteva più negare.

Era sparita dalla sua abitazione il 5 dicembre per rientrare solo l’11, come hanno ben documentato le telecamere a circuito chiuso del complesso popolare in cui abitava. 

Appena rientrata dai festeggiamenti, accortasi della morte della figlia, aveva chiamato i soccorsi del 999 (il numero inglese delle emergenze) dicendo semplicemente che la bambina non si stava risvegliando. L’ambulanza è arrivata subito, Asiah è stata trasportata al Royal Alexandra Children’s Hospital di Brighton, ma in ospedale hanno potuto solo constatare la morte della bambina, probabilmente avvenuta già da qualche giorno.
I medici hanno capito subito che qualcosa non tornava e hanno avvertito le autorità, che poi hanno ordinato l’autopsia: si è appurato così che la bambina era deceduta per la disidratazione e la denutrizione, condizioni alle quali si era aggiunta una forma influenzale.


Il personale sotto accusa

Una situazione davvero orrenda anche solo da immaginare: la bambina che vagava in una casa disabitata, senza poter mangiare né bere, né pulirsi dopo aver fatto i bisogni. Sotto accusa è anche il personale che gestisce il complesso di otto appartamenti popolari dove viveva la ragazza con la bambina: il YMCA DownsLink Group, un serio ente di beneficenza con una storia di 175 anni radicata nel Sussex e nel Surrey inglesi e che ogni notte dà alloggio a circa 750 giovani che sono senza casa o a rischio. Il personale si è difeso spiegando di non avere l’autorizzazione per entrare nelle case ma di occuparsi soltanto della vigilanza 24 ore su 24 delle parti comuni, oltre a non conoscere bene gli abitanti visto che avevano avuto la gestione del luogo solo dal 1° settembre. In tanti però hanno immaginato che la vittima abbia pianto e gridato a lungo, qualcuno se ne poteva accorgere e mandare l’allarme.

Ancora più agghiaccianti sono altri particolari emersi sulla mamma di Asiah, che per sei giorni ha festeggiato in tre città diverse, a Londra, Coventry e Solihull senza mai preoccuparsi della figlia. Poi le forze dell’ordine hanno scoperto che nello stesso giorno del rientro, dopo aver scoperto la morte della figlia, la preoccupazione maggiore di Verphy è stata quella di mettere in vendita su Twitter i biglietti dei concerti che gli erano rimasti in tasca e che probabilmente temeva di non poter più utilizzare visto il triste evento. 

La rimozione

Nei mesi successivi alla tragedia la ragazza è sembrata aver completamente rimosso il lutto, tanto da continuare a promuoversi sui social perché essere votata come modella di una marca per teenagers molto famosa oltre Manica “Pretty Little Thing”.

 
Il padre

Che la ragazza avesse qualche problema lo ha ammesso indirettamente anche Muba Kudi, il padre di Verphy, che ha seguito l’udienza di venerdì davanti alla corte di Brighton. L’uomo ha tra l’altro raccontato che sua figlia era scomparsa di casa all’età di 14 anni, Nessuno sa chi sia il padre della piccola Asiah.
 

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