PARIGI La "stanchezza ucraina" è la nuova sindrome che da qualche tempo colpisce l'Occidente e i cui sintomi cominciano a manifestarsi anche tra i belligeranti, che siano a Mosca o a Kiev. Se l'ha evocata la premier Meloni nella telefonata truffa con i comici e la paventa la Casa Bianca, ne ha seriamente parlato - pur se tra le righe - il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ne mostrano segni sempre più evidenti le truppe in campo, la auspica ormai anche il Cremlino, quasi a farne un trampolino di lancio per futuri, eventuali, immaginabili negoziati, come ha lasciato intendere il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, grande amico di Putin. Dopo la risposta lampo dell'Ucraina al momento dell'invasione russa ormai venti mesi fa, dal giugno scorso la nuova controffensiva delle forze ucraine non sta dando i risultati sperati - almeno in base alle aspettative forse troppo ottimiste degli alleati a Ovest - e gli analisti militari parlano ormai di una guerra di "logoramento", una guerra di posizione che rischia di fiaccare le motivazioni di tutti oltre che la determinazione delle opinioni pubbliche occidentali.
LA NUOVA FASE
In un intervento sull'Economist, il comandante delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny ha ammesso per la prima volta che le cose potrebbero non andare nel migliore dei modi possibili e che «il conflitto è entrato in una nuova fase, che i militari chiamano "guerra di posizione", statica, come durante la prima guerra mondiale, in contrasto con la guerra di manovra, fatta di movimento e velocità.
D'altra parte, anche se a est, nel Donbass, i russi hanno ripreso ad attaccare a ondate, incuranti delle grandi perdite umane e materiali che subiscono, la resistenza degli ucraini continua a metterli a dura prova. A Kiev, la figura del "presidente-eroe" Zelensky comincia però a incrinarsi sotto il peso del tempo che passa. Il "Time" - che lo ha incontrato - parla di un leader isolato e criticato, che alcuni collaboratori considerano ormai come «il solo a credere ancora nella vittoria» . «Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io, nessuno» ha infatti ammesso col "Time" Zelensky, senza nascondere di essere stanco di continuare a dover convincere gli alleati che, con il loro aiuto, l'Ucraina potrà sconfiggere la Russia. Uno sforzo, ha detto il presidente ucraino, che «toglie tutta l'energia, la forza, toglie così tanto di tutto». Zelensky teme soprattutto il fatto che la mobilitazione internazionale a sostegno di Kiev si stia facendo più debole: «la cosa più paurosa è che una parte del mondo si è abituata alla guerra in Ucraina - afferma - la stanchezza per la guerra si diffonde come un'onda, lo vediamo negli Stati Uniti e in Europa». Una percezione ovviamente aumentata da quando è esplosa la guerra in Medio Oriente.