Elezioni Spagna, nella sfida tra gli estremi la chiave del voto. Popolari favoriti, i socialisti inseguono

Oggi alle urne: Sumar e Vox in lotta per un terzo posto che può essere decisivo

Spagna, nella sfida tra gli estremi la chiave del voto. Popolari favoriti, i socialisti inseguono
di Elena Marisol Brandolini
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Domenica 23 Luglio 2023, 00:44

Oggi gli spagnoli decideranno nelle urne se confermare per un’altra legislatura il governo di coalizione progressista formato dal Psoe e da Sumar, o aprire la strada a un governo conservatore, con la presenza, per la prima volta, dell’estrema destra di Vox, accanto al Partido Popular. Queste elezioni infatti indicheranno quale dei due blocchi avrà i numeri necessari per ottenere la maggioranza parlamentare e governare per i prossimi quattro anni. E mai come in questo caso, ai due schieramenti in competizione corrispondono modelli di società e di paese fortemente alternativi.

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IL SISTEMA
Prima della crisi economica del 2008, il sistema politico spagnolo si reggeva sulla prevalenza del bipartitismo, regolato dall’alternanza al governo tra socialisti e popolari.

Si governava con la maggioranza assoluta, o al più col sostegno esterno dei partiti del nazionalismo catalano e basco. Con l’esplodere del movimento degli Indignati oltre un decennio fa, la rappresentanza politica diventò plurale, entrarono nuovi soggetti sulla scena politica, obbligando i due principali partiti a fare i conti con competitori sorti alla loro sinistra o alla loro destra. E anche se quei nuovi soggetti nel tempo sono stati del tutto o in parte riassorbiti da uno o dall’altro dei due schieramenti, e per quanto si sia provato a ridurre la disputa a un confronto tra il Pp di Alberto Núñez Feijóo e il Psoe di Pedro Sánchez, in queste elezioni il confronto è tra due coalizioni in cui giocano un ruolo fondamentale Sumar, la lista di sinistra guidata da Yolanda Díaz e Vox, l’estrema destra di Santiago Abascal. Popolari e socialisti sanno che il tempo dei governi monocolori non ritorna e che saranno costretti, per governare, ad allearsi rispettivamente con il partito alla loro destra e sinistra. E che anzi, il risultato finale, che sembra giocarsi su un numero ristretto di seggi, dipenderà in larga parte da chi, tra Sumar e Vox, riuscirà a conquistare il terzo posto nello scacchiere politico spagnolo. Sono diverse, infatti, le circoscrizioni elettorali in cui la competizione per un seggio tra le due formazioni è diretta, perciò chi ne conquista uno sfilandolo all’avversario, apporta un doppio beneficio alla propria parte.


LE DIFFERENZE
Fin qui le similitudini tra Vox e Sumar. Perché per il resto, Vox parla un linguaggio che preoccupa una parte dell’Europa. Mentre Sumar rappresenta la sinistra europeista che ha governato negli ultimi quattro anni in coalizione coi socialisti puntando molto sui diritti.


LA LISTA
Sumar è il progetto politico che Yolanda Diaz ha voluto realizzare per queste elezioni, mettendo assieme in un’unica lista Podemos e tutte quelle formazioni politiche alla sinistra del Psoe provenienti dal movimento degli Indignati e dalle varie piattaforme locali nate durante la crisi economica. Per com’è fatto il sistema elettorale spagnolo, presentare un’unica lista per quest’area politica era indispensabile per aspirare al massimo della rappresentanza parlamentare e ambire così alla riedizione della coalizione progressista. Diaz fu indicata dal fondatore di Podemos Pablo Iglesias a succedergli nel governo come futura candidata alla presidenza. Come ministra del Lavoro ha realizzato i principali provvedimenti nel settore, dalle misure a sostegno dell’occupazione alla riforma del mercato del lavoro che ha consentito di ridurre la precarietà.


Dal canto suo, l’estrema destra spagnola, che si presenta con un programma neoliberista sul piano economico, è entrata per la prima volta nelle istituzioni nel 2018, con le elezioni andaluse; e oggi Santiago Abascal, ex militante del Pp, compete per diventare il vicepresidente del governo spagnolo. 
 

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