Un posto sicuro: «Quando si accompagna qui una figlia, si sa già che l'ingresso agli uomini è vietato. In tal senso, la famiglia è tranquilla di stare in un luogo sicuro», spiega Athena Hashemi, proprietaria di Henna. 32enne, questa bellezza sofisticata dai capelli lunghi e vellutati, truccata appena (a differenza delle sue clienti abituali), ha aperto il salone di bellezza due anni fa dopo un training a Dubai. Un negozio molto chic e famosissimo che vanta ben 17 estetiste. «Sanno fare tutto, sono le migliori di Kabul», assicura Muzhda, mentre si fa realizzare un complesso chignon da una delle parrucchiere di Henna. Frequentato dalle famiglie agiate e dalle celebrità locali, è lui il salone di bellezza più costoso della capitale (il pacchetto “giovane sposa”, con depilazione integrale, costa circa 130 euro).
«Le donne afghane amano il trucco e la tinta ai capelli», racconta la cliente mentre si prepara per il matrimonio della sorella. Un evento che dà diritto a make up, manicure, hennè e acconciature a tutte le componenti della famiglia degli sposi. Ancora, per quanto riguarda il trucco, in barba al pudore afghano, vige la regola del “troppo è meglio”. Ad andare per la maggiore sono i fondotinta coprenti, le ciglia finte, le polveri iridescenti sugli zigomi e il cerone, tantissimo, soprattutto attorno agli occhi. «Alcune mi dicono di non esitare e di abbondare», sospira Athena. Nel frattempo, una donna entra nel locale con un look da Pierrot, col volto cioè completamente bianco. Da Henna si viene a mettere riparo ai danni: «Guarda, questo è il tipo di trucco che fanno altrove», esordisce stizzita la malcapitata, riferendosi agli altri centri estetici cittadini.
Senza limiti: Hama, dottoressa presso una struttura ospedaliera di Kabul, arriva invece con la figlia che, per le nozze di una cugina, ha diritto al suo primo giorno in un salone di bellezza: con capelli mossi, ciglia finte, occhi effetto oro e labbra color rosa petunia, alla fine della seduta Mariam, appena 16enne, ne dimostra almeno 30. «Un matrimonio è l’occasione per noi donne di compiacerci», osserva la madre della giovane mentre si fa applicare delle meches per schiarire i capelli. «Le opportunità per uscire ormai sono rare», continua il medico. Con il proliferare di attentati e di rapimenti infatti, le famiglie come quella di Hama, ma anche le altre, frequentano sempre meno i ristoranti e evitano di darsi appuntamento in giro o di viaggiare su e giù per il Paese.
Per le nozze, quindi, ci si concede un budget di spesa illimitato. Qualche anno fa una giovane ricercatrice di nome Rima Kohli ha fatto uno studio sugli effetti del trucco sulle donne afghane, costrette per anni a vivere nel pericolo a causa della guerra e della presenza dei talebani. Secondo quanto emerso, «le femmine hanno sofferto più di tutti sul piano psicologico, emotivo e mentale questa situazione disastrosa. Farle sentire belle attraverso il maquillage restituisce loro un’energia positiva e prepara il terreno per un lavoro più profondo». Eppure, per i più conservatori, i saloni di bellezza restano luoghi diabolici e sinistri. Athena infatti non si fa illusioni: «Dobbiamo essere prudenti e stare attenti alle minacce».
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