Giudice sotto accusa per la frase sessista: «Scelga se fare l'avvocato o la mamma»

Giudice sotto accusa per la frase sessista: «Scelga se fare l'avvocato o la mamma»
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Mercoledì 11 Dicembre 2019, 21:01 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 08:37

«Un avvocato uomo non mi avrebbe mai chiesto la scaletta delle udienze. Lei scelga se fare l'avvocato o la mamma». L'avvocata Silvia Neri, 36 anni, del foro di Catania si è sentita apostrofare così dal magistrato a cui si era rivolta per sapere quale fosse la scaletta dei procedimenti da trattare, alle 12.37 di martedì 10 dicembre. Parole durissime e anche immotivate perchè, in realtà, secondo quanto l'avvocata racconta a Meridio News, «c'erano state delle disfunsioni, il giudice aveva avuto altri impegni sempre in tribunale e abbiamo trovato un foglio di carta con il nuovo orario di inizio lavori, anche quello poi ulteriormente posticipato».

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Quindi, più che una questione di genere si trattava, in realtà di una questione legata all'organizzazione del lavoro. «Si è iniziato così a trattare le udienze con un ordine che non ci veniva comunicato e quindi mi sono avvicinata per chiedere notizie, dicendo al giudice che avevo i bambini in uscita da scuola e che volevo sapere come si sarebbe proseguito». La reazione del magistrato, invece, è molto dura «ma le gerarchie non giustificano certe frasi», spiega Neri. E a sua difesa si è schierata l'associazione Avvocati Liberi che ribadisce: «Nessuna strumentalizzazione. Le frasi sono sbagliate a prescindere da chi le proferisce. E del perchè vengono proferite, se un avvocato sbaglia va ripreso ma nessuno può permettersi di fare certe affermazioni». E, ancora: «Nessuno qui ha mai messo in dubbio la professionalità e l’impegno di questo giudice, mai è stato fatto il suo nome, mai è stata stigmatizzata la persona ma solo la frase. Che riteniamo sia una frase molto semplicemente sbagliatissima».

Della vicenda è stato informato il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. «Auspichiamo pertanto un intervento immediato ed incisivo da parte del nostro organo di rappresentanza».

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