Partita del Cuore a Fano: Beccalossi e Cornacchini battono Marcorè e Moreno

Partita del Cuore a Fano: Beccalossi e Cornacchini battono Marcorè e Moreno
di Osvaldo Scatassi
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Sabato 2 Aprile 2016, 21:17

FANO (Pesaro e Urbino) - Del piccolo Fabio il calcio iniziale di Fano per la Vita, la partita evento che oggi ha richiamato oltre 4.600 spettatori allo stadio Mancini. Il ricavato, di poco superiore a 27.000 euro, sarà devoluto per finanziare le attività delle associazioni Omphalos (bambini autistici) e Adamo (malati oncologici).


In campo la sfida fra i Campioni per la ricerca e la Nazionale cantanti, terminata 6-4. Più del risultato, era però importante il messaggio: artisti e glorie dello sport insieme per aiutare chi soffre o chi è più fragile. «Fano è una città vivace, eccellente in fatto di solidarietà», ha detto il vescovo Armando Trasarti durante l’intervallo. «Avrò sempre nitido il ricordo dei ragazzi con disabilità che sorridevano ai margini del campo da gioco, contenti di essere al centro di tanta attenzione», ha detto l’assessore Caterina Del Bianco al termine della partita. Poco prima il sindaco Massimo Seri aveva annunciato un progetto per consolidare il rapporto con la Nazionale cantanti, riservandosi di rilevarne in seguito i contenuti. Settore Vip gremito, c’erano il presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e il vice, il fanese Renato Claudio Minardi, insieme con autorità civili e militari. Invece di sedere in tribuna, il questore Antonio Lauriola era in campo con i Campioni della ricerca, a fianco di grandi come il fanese Giovanni Cornacchini, per lui doppietta, Massimo ‘Condor’ Agostini e il mitico Evaristo Beccalossi, che ha ancora un sinistro fuori categoria ma che ha sbagliato il rigore, calciando il ‘cucchiaio’ proprio in bocca al portiere. E dire che la squadra delle glorie sembrava alle corde di fronte agli scatti dei giovani cantanti come Moreno e Marco Filadelfia, entrambi autori di doppiette. I vari Briga, Enrico Ruggeri, Paolo Vallesi, Davide Boosta, e l’esordiente Chiara Dello Iacovo, premiata con un mazzo di fiori, hanno però pagato caro l’inizio tutto sprint. Profetico mister Sandro Giacobbe: «Lo schema? Cinque minuti di autonomia, poi si salvi chi può».

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