Italia e Uzbekistan, l'eredità di un legame secolare

Roma, presentato al circolo degli esteri il libro "Sistema Uzbekistan"
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Lunedì 21 Febbraio 2022, 17:17 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 07:12

È stato presentato a Roma al Circolo degli Esteri il libro “Sistema Uzbekistan. L’Italia e l’Uzbekistan: l’eredità di un legame secolare”, a cura di Paolo de Angelis, Presidente della Società italiana “Fondazione Omnia”, e Tursunali Kuziev, Primo Vicedirettore dell’Agenzia per i Beni Culturali del Ministero uzbeko del Turismo e dello Sport, Onorato Operaio d’Arte dell’Uzbekistan, con il sostegno delle rispettive Ambasciate dell’Uzbekistan a Roma e dell’Italia a Tashkent. 

Il libro,  pubblicato da Eurlink University Press è dedicato al 30° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Italia e Uzbekistan, e sarà fruibile nelle biblioteche della Link Campus University e del Circolo degli Esteri. «Questo è un libro meraviglioso, che racconta la storia dell’Uzbekistan, i suoi paesaggi, importanti rappresentanti ed eroi del Paese, nonché la cooperazione, i risultati, le opportunità e l’esperienza maturata nelle relazioni tra le aziende dei due stati» ha detto Stefania Lazzari, Presidente di Eurilink University Press presso Link Campus University.

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Repubblica dell'Uzbekistan giovane ma dalla cultura millenaria 

Sulle pagine del libro si fa un quadro attuale e aggiornato sulla Repubblica dell’Uzbekistan, nata nel 1991, è una Repubblica giovane ma con radici culturali millenarie.

Radici che oggi sono testimoniate dalle ricchezze dei palazzi di Samarcanda, di Bukhara e di Karshi, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Un Paese multietnico dove convivono diverse etnie: russi, kazaki, tatari e altri. Radici millenarie che hanno trasmesso anche tradizioni culturali in cui la famiglia è al centro dei rapporti della società e incide molto nelle decisioni dei giovani.

Nonostante non abbia sbocchi al mare, come i paesi confinanti, l’Uzbekistan è  un’importante piattaforma commerciale, grazie alla sua posizione centrale nell’Asia e alle ottime infrastrutture, e costituisce il crocevia naturale di gran parte della “via della seta”. Il Paese ha grandi potenzialità economiche di crescita e può contare su una popolazione giovane, con un’alfabetizzazione spinta, estesa anche alle donne, e la scuola secondaria obbligatoria.

Il nuovo Presidente, Shavkat Mirziyoyev, eletto nel 2016, ha impresso una svolta riformatrice, garantendo la libertà di pensiero e avviando importanti riforme e un processo di modernizzazione del Paese. Con la convertibilità della moneta locale è diventato anche un Paese attraente per gli investimenti stranieri. Oggi è membro delle Nazioni Unite, della Comunità degli Stati Indipendenti, dell’OSCE, del Fondo Monetario Internazionale, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai e dell’Organizzazione della cooperazione islamica. È, inoltre, osservatore, insieme al Tagikistan, dell’Unione economica eurasiatica. Nel maggio 2019 si è svolta in Italia la sesta sessione del Gruppo di lavoro intergovernativo italo-uzbeko per il commercio, la collaborazione economica, industriale e per i crediti all’esportazione, con la firma di un Protocollo che ha sancito il rinnovo della collaborazione tra l’Italia e l’Uzbekistan.

Le parole dell'Ambasciatore Pinna «Italia e Uzbekistan sempre più vicine»

La prefazione al libro è stata scritta dal professor Vincenzo Scotti, che ha ricoperto più volte incarichi ministeriali e tra i fondatori di Link Campus University di Roma.  «Negli ultimi trent’anni - ha dichiarato il professore Vincenzo Scotti - abbiamo visto come la cooperazione culturale, scientifica, commerciale e sportiva, e, in particolare, la più profonda e reciproca conoscenza della storia, delle tradizioni, dell’economia e della società di un Paese possono contribuire all’abbattimento delle barriere e all’apertura di nuove strade».

Ospite alla presentazione anche Agostino PinnaAmbasciatore d’Italia in Uzbekistan, che ha sottolineato l’importanza delle «Relazioni commerciali ed economiche tra l’Italia e l’Uzbekistan, che attualmente sono in via di sviluppo e che in futuro potranno trarre ulteriori benefici dalla complementarità delle economie dei due Paesi. I segnali provenienti dalle aziende italiane sono molto positivi al riguardo e le difficoltà causate dalla pandemia non hanno fermato la loro voglia di diventare più attive nel mercato uzbeko».

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