Trasfusione di sangue infetto nel '68, risarciti gli eredi di una donna morta nel 2001

Un macchinario per la trattazione del sangue
di Giovanni Del Giaccio
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Martedì 10 Gennaio 2017, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 19:03
Ancora un risarcimento milionario per morte da sangue infetto, risalenti addirittura al 1968. La donna di Latina - che era stata trasfusa alla casa di cura "Villa Fiorita" di Capua (Caserta) - è morta nel 2001 e il Tribunale di Roma ha condannato oggi il Ministero della salute a risarcire gli eredi con 1 milione e 100.000 euro.

L'avvocato Renato Mattarelli, del foro di Latina, aveva già fatto ottenere agli eredi nel 2011 un primo indennizzo di 77.500 euro previsto dalla legge n.210/1992 (in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto) dopo una lunga causa a Latina poi proseguita in Corte di Appello, quindi aveva intentato la causa per il risarcimento del danno conclusa con la sentenza di oggi.
 
La donna era morta a 73 anni per una cirrosi epatica da epatite C contratta nel lontanissimo marzo 1968  dopo la somministrazione di diverse sacche di sangue presso la casa Cura “Villa Fiorita” di Capua. «È stata una battaglia giudiziaria difficilissima visto che la cartella clinica del ricovero del '68, indicante le trasfusioni, non è mai stata rinvenuta a causa di un allagamento dell'archivio della clinica e che le schede dei donatori di sangue, necessarie per la tracciabilità  della provenienza del sangue, sono andate smarrite - spiega Mattarelli - È stato solo attraverso prove indirette e presunzioni presunzioni legali oltre che a testimonianze, che è stato possibile ricostruire gli eventi trasfusionali di quasi 50 anni fa».

Si tratta dell'ennesima sentenza, per la quale i pagamenti avvengono poi con notevoli ritardi, ai danni del Ministero della salute.  
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