Prof pedofilo, indagini anche sui campi estivi e sulle attività in parrocchia

Prof pedofilo, indagini anche sui campi estivi e sulle attività in parrocchia
di Marco Cusumano
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 11:08

Non solo l'ambiente scolastico, ma anche quello parrocchiale è sotto la lente degli investigatori della Procura di Latina che indagano sull'ex insegnante di religione e diacono arrestato con l'accusa di abusi sessuali su minorenni.

L'indagine che ha portato al nuovo arresto del prof 50enne, potrebbe allargarsi con sviluppi ancora più allarmanti. Ci sono infatti nuovi episodi al vaglio degli investigatori, che riguardano altri due minorenni che si aggiungerebbero alla lista delle 5 vittime finora individuate. Una lista che purtroppo potrebbe allungarsi ulteriormente considerando che l'autorità giudiziaria ha esteso le verifiche ad ambienti diversi rispetto a quello scolastico, dal quale l'indagine ha mosso i primi passi.

SCUOLA E CHIESA

In particolare è al vaglio dei carabinieri l'intensa attività che l'ex prof ha portato avanti per anni nell'ambiente ecclesiastico e parrocchiale. Anche grazie al suo incarico di diacono (poi revocato dalla Diocesi) l'uomo ha infatti avuto contatti con un numero di minorenni talmente elevato da essere di difficile quantificazione, considerando anche il ruolo di prof.
Gli accertamenti riguardano soprattutto le attività che hanno implicato una frequentazione più promiscua dei ragazzi e delle ragazze, a cominciare dai campi estivi ai quali l'ex diacono avrebbe preso parte negli ultimi anni.

Ma non solo. Le attività parrocchiali sono molteplici e occorrerà scavare anche in altre situazioni, apparentemente meno rischiose, come riunioni, feste, gite, incontri di vario genere. Da questo punto di vista saranno determinanti eventuali nuove denunce.

Ci sono poi i contatti "social" e, in generale, le conversazioni che l'uomo intratteneva con i ragazzini attraverso lo smartphone o il computer. Scambi che, secondo l'accusa, servivano al prof per instaurare dialoghi sempre più confidenziali preparando il terreno alle azioni fisiche, che avvenivano anche durante le ore di lezione in aula, come specificato dai magistrati.

I PRIMI 5 CASI

La Procura di Latina ha già "accorpato" diversi episodi ricostruiti nel corso delle delicate indagini, rese possibili grazie al racconto di alcuni alunni del liceo Majorana di Latina.
Tra le vittime c'è anche un minorenne che, all'epoca dei fatti, era in affidamento alla famiglia dell'insegnante di religione. In questo caso la violenza avvenne alla vigilia del Natale 2021 quando il prof, approfittando di un momento in cui si trovava da solo in stanza con il ragazzino, approfittò di lui «contro la sua volontà», come si legge nelle carte dell'accusa nelle quali si sottolinea anche il «vincolo di linea collaterale» essendo il giovane in affidamento.

Secondo la ricostruzione della Procura di Latina, il prof adescò uno studente del Majorana tra il febbraio 2022 e il gennaio 2023 attraverso una serie di messaggi soprattutto attraverso i social «inducendolo a inviare proprie fotografie nudo e intrattenendo conversazioni a sfondo sessuale, invitandolo a incontri al di fuori della scuola ai quali doveva presentarsi da solo, cingendolo ai fianchi e alle gambe contro la sua volontà» per poi costringerlo a consumare un rapporto sessuale.

Tra il dicembre 2022 e il gennaio 2023 nuovi episodi ai danni di altri due alunni, sempre del liceo Majorana, anche in questo caso con modalità simili: prima il contatto attraverso messaggi sui social e poi l'abuso fisico, addirittura «durante le lezioni scolastiche» come scrivono i magistrati.

FIGLIO DI AMICI

Un caso particolarmente sconvolgente riguarda un ragazzo finito nel mirino dell'ex prof e diacono della Diocesi pontina. Si tratta del figlio di amici di famiglia che avevano un rapporto strettissimo con l'indagato, e dunque un legame basato sulla fiducia. In questo caso il 13enne, nel giugno 2018, fu costretto a subire un atto sessuale reciproco. Secondo gli investigatori l'uomo approfittò in quella occasione del rapporto di fiducia che aveva con i genitori ma anche con il minore. Il ragazzo ha trovato il coraggio di denunciare solo dopo aver letto degli altri casi avvenuti al liceo Majorana.

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