Emergono nuove accuse a carico del prof di religione arrestato due volte per abusi sessuali nei confronti di minorenni. La Procura di Latina ha chiuso l'inchiesta accorpando diversi episodi ricostruiti nel corso delle delicate indagini, rese possibili grazie al racconto di alcuni alunni del liceo Majorana.
Nelle carte viene descritto un quadro di accuse molto pesanti che riguardano, al momento, cinque ragazzi.
GLI ALUNNI
Secondo la ricostruzione della Procura di Latina, il prof adescò uno studente del Majorana tra il febbraio 2022 e il gennaio 2023 attraverso una serie di messaggi soprattutto attraverso i social «inducendolo a inviare proprie fotografie nudo e intrattenendo conversazioni a sfondo sessuale, invitandolo a incontri al di fuori della scuola ai quali doveva presentarsi da solo, cingendolo ai fianchi e alle gambe contro la sua volontà» per poi costringerlo a consumare un rapporto sessuale.
Tra il dicembre 2022 e il gennaio 2023 nuovi episodi ai danni di altri due alunni, sempre del liceo Majorana, anche in questo caso con modalità simili: prima il contatto attraverso messaggi sui social e poi l'abuso fisico, addirittura «durante le lezioni scolastiche» come scrivono i magistrati.
E ancora un altro giovane, secondo l'accusa, è finito nel mirino dell'ex prof e diacono della Diocesi pontina. Si tratta del figlio di amici di famiglia che avevano un rapporto strettissimo con l'indagato, e dunque un legame basato sulla fiducia. In questo caso il 13enne, nel giugno 2018, fu costretto a subire un atto sessuale reciproco. Secondo gli investigatori l'uomo approfittò in quella occasione del rapporto di fiducia che aveva con i genitori ma anche con il minore. Il ragazzo, oggi più grande e consapevole, non aveva mai raccontato degli abusi ma, dopo aver letto dell'arresto per i fatti del liceo Majorana, ha trovato il coraggio di raccontare la sua terribile esperienza di qualche anno fa. Per questo motivo è scattato il nuovo arresto e l'indagine bis che ha consentito di scoprire ulteriori agghiaccianti particolari.
Proprio ieri il prof di religione, detenuto ai domiciliari, è comparso davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'uomo, assistito dall'avvocato Donatello Donofrio del foro di Roma, è rimasto in silenzio davanti al giudice Giuseppe Molfese.
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