Processo "Scarface", chiesti 20 anni per Romolo Di Silvio

Processo "Scarface", chiesti 20 anni per Romolo Di Silvio
di Elena Ganelli
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Giovedì 6 Aprile 2023, 11:23

Era il leader indiscusso del clan, quello al quale "non potevi dire no" che aveva assunto la gestione delle attività criminali nel capoluogo pontino. Ieri mattina la Direzione distrettuale antimafia ha chiesto per Giuseppe Di Silvio detto Romolo una condanna a venti anni di carcere. Il processo si sta celebrando davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Roma Roberto Saulino con rito abbreviato, quindi con la riduzione di un terzo della pena, su richiesta della difesa e come è già accaduto per le altre 19 persone componenti del clan di Campo Boario condannate, a gennaio scorso, a 160 anni complessivi di reclusione nel processo "Scarface".

La posizione di Romolo era stata stralciata per un problema procedurale e soltanto ieri è arrivata in sede di discussione.

A lui, come agli altri imputati, vengono contestati i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa nell'ambito dell'operazione condotta dalla Squadra mobile di Latina e coordinata dalla Dda di Roma che aveva portato a ottobre 2021 all'esecuzione di 33 misure cautelari. Giuseppe, già condannato a 25 anni di reclusione per l'omicidio di Fabio Buonamano, era diventato il punto di riferimento del gruppo e aveva raccolto attorno a lui un gruppo dedito al traffico di stupefacenti oltre che alle estorsioni ai danni di commercianti, titolari di locali nella zona dei pub e semplici cittadini talmente intimiditi da non avere mai denunciato.

Nell'udienza di ieri il pm Spinelli ha ricostruito l'indagine che, anche grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti, ha consentito di definire le modalità operative del gruppo. Dopo la richiesta di condanna a venti anni la parola è passata ai legali delle parti civili: il Comune di Latina rappresentato dall'avvocato Anna Caterina Egeo, l'associazione "Caponnetto" con l'avvocato Benedetta Manasseri e l'Assocrimine. L'udienza è stata poi aggiornata al 30 maggio prossimo quando la parola passerà al legale dell'imputato, l'avvocato Luca Melegari, prima che il gup entri in camera di consiglio per la sentenza.

Per altri sei imputati che hanno optato per il rito ordinario, è in corso il processo davanti al Tribunale di Latina che ha ascoltato nelle ultime udienze il pentito Renato Pugliese che ha tracciato il profilo criminale di Giuseppe Romolo Di Silvio. La prossima udienza è in programma per l'11 aprile.

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