Nonnismo al "Comani", parla l'ex ministro Trenta

Nonnismo al "Comani", parla l'ex ministro Trenta
di Elena Ganelli
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Sabato 20 Aprile 2024, 10:06

L'UDIENZA

C'era anche l'ex Ministro della difesa Elisabetta Trenta ieri pomeriggio tra i testimoni del processo a carico dei sette sergenti dell'Aeronautica militare accusati di atti di nonnismo nei confronti di Giulia Schiff, all'epoca dei fatti allieva pilota presso la scuola di volo del 70esimo Stormo di Latina. Andrea Angelelli, Leonardo Facchetti, Joseph Garzisi, Luca Mignanti, Matteo Pagliari, di San Severino Marche, Andrea Farulli e Gabriele Onori sono accusati di violenza privata aggravata e lesioni personali aggravate in relazione al battesimo del volo effettuato ad aprile 2018 quando la ragazza, secondo la sua denuncia, venne spintonata, presa a schiaffi, le viene sbattuta la testa contro l'ala dell'aereo, frustata e poi lanciata in piscina.

Davanti al giudice monocratico Mario La Rosa, Trenta, citata dall'avvocato Massimiliano Strampelli che rappresenta la parte civile, ha spiegato di essere venuta a conoscenza di quanto accaduto nella scuola di volo pontina dai social che dopo la denuncia della ragazza avevano anche diffuso un video su quel giorno e ha aggiunto di avere chiesto spiegazioni al Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica il quale aveva già avviato accertamenti. «Mi arrivò una relazione sommaria ha dichiarato la Trenta nella quale si sottolineava come il battesimo del volo era un evento goliardico che rientrava nella tradizione. Un evento ha aggiunto che non è previsto da alcun regolamento». Dalle sue parole è emerso però come tale rito sia cambiato negli anni. Rispondendo alle domande degli avvocati difensori l'ex Ministro ha dichiarato di avere conosciuto la Schiff anche di persona, di avere partecipato ad un evento sull'Ucraina al quale la pilota era presente e anche di avere officiato lei il matrimonio italiano della giovane con il 29enne israelo-ucraino Victor, ha conosciuto nel maggio scorso nella legione straniera.

Una testimonianza lampo tanto che la Trenta si è congedata dicendo «Avrei voluto essere più utile a tutti». Prima di lei in aula era stato ascoltato Dino Schiff, padre di Giulia e lui stesso ex pilota dell'Aeronautica. E' stato lui a sottolineare come nel corso degli anni il rito del battesimo del volo sia stato modificato aggiungendo una serie di modalità tra cui le frustate con alcuni rametti e le testate contro la scultura di un'ala di aereo che prima non c'erano. E a raccontare delle foto con i segni delle frustate sulle natiche inviategli dalla figlia lo stesso giorno del fatto. Poi è stata la volta di un capitano del corso che ha sottolineato come l'allieva «pur avendo ottime qualità a livello disciplinare era poco matura e per questo aveva ricevuto numerose punizioni». Gli altri testi ascoltati sono un medico legale che ha semplicemente visionato a distanza di qualche anno le foto delle ferite che ha definito "scudisciate". Infine la psicologa nominata dalla parte civile che, ribadendo il contenuto della perizia già depositata agli atti, ha spiegato che all'esito dei colloqui ha rilevato nella giovane sia un danno psichico che esistenziale e che dagli incontri avuti è emerso un disturbo da stress. Il processo è stato poi aggiornato al 17 giugno.

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