Un fiume di denaro che invece di essere utilizzato per l'accoglienza dei migranti veniva sperperato per interessi privati che nulla avevano a che vedere con gli stranieri arrivati in Italia. Si svolgerà domani la prima udienza preliminare del processo a carico di Liliane Murekatete, Marie Terese Mukamitsindo e Michel Rukundo, rispettivamente moglie, suocera e cognato del deputato Aboubakar Soumahoro e di Aline Mutesi e Richard Mutangana, figli di Mukamitsindo, tutti indagati nell'inchiesta della Procura di Latina sulla gestione dei fondi pubblici erogati alla coop Karibu e al consorzio Aid.
Processo Karibu, battaglia in aula su risarcimenti e parti civili
Dopo la chiusura delle indagini, Mukamitsindo è stata ascoltata dai pm Miliano e D'Angeli che hanno indagato sulla galassia di "Karibu".
In merito alle altre spese contestate, la donna ha detto di non saperne nulla. «Le spese per centri estetici, per gli occhiali e quelle eseguite in alcuni negozi di Roma non sono a me riconducibili. Le spese che ho fatto personalmente - ha aggiunto Mukamitsindo - sono quelle dei ristoranti e dell'albergo Europa di Latina, perché avevamo due progettisti che arrivavano da Bruxelles per aiutarci ascrivere i progetti. Poi c'era un professore venuto da Padova, in questo caso ho pagato albergo e ristorante».
Nelle carte dell'indagine l'elenco delle spese sospette è davvero impressionante, centinaia di pagine sono esclusivamente dedicate all'elenco dei movimenti, bonifici, prelievi soprattutto con carte prepagate. C'è anche una voce di spesa, indicata dal commissario liquidatore, che desta particolare stupore. «Dall'esame dei documenti - scrive il commissario - è emerso che nel settembre 2017 veniva pagata con i soldi della cooperativa una cucina a marchio Scavolini, modello Gran Relais, del valore di 11.500 euro, che risulta essere consegnata a Latina, all'indirizzo che all'epoca corrispondeva al domicilio di Marie Terese Mukamitsindo». Successivamente è stato individuato un bonifico dal conto di Karibu a favore di un negozio di arredamenti di Priverno, esattamente con l'importo di 11.500 euro. Secondo l'accusa la somma complessiva distratta attraverso il flusso di denaro pubblico per l'accoglienza dei migranti è di oltre 1,9 milioni di euro.