Guerra criminale, la lista delle persone da uccidere e il metodo mafioso del clan Ciarelli-Di Silvio

Guerra criminale, la lista delle persone da uccidere e il metodo mafioso del clan Ciarelli-Di Silvio
di Marco Cusumano
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Domenica 11 Luglio 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 14:18

Dopo le dichiarazioni di Pradissitto gli investigatori hanno recuperato i vecchi tabulati telefonici per cercare dei riscontri oggettivi alla ricostruzione fornita dal pentito. Confrontando la mappa delle celle telefoniche, con gli orari e le sim riconducibili ai protagonisti dell'omicido Moro, è stato possibile collocare ogni persona nel luogo indicato, con il proprio ruolo nella dinamica del delitto.

«L'analisi dei tabulati - scrivono i magistrati - apporta ulteriori riscontri estrinseci alle dichiarazioni di Pradissitto la cui attendibilità non può essere messa in discussione». Tutto sembra aver trovato conferma: le riunioni in ospedale per organizzare l'omicidio, il ruolo di Antoniogiorgio Ciarelli come supporto alla logistica, la partecipazione di Ferdinando Pupetto Di Silvio nel commando.

L'AGGRAVANTE
La dinamica dell'azione e i ruoli degli indagati sono ormai chiari agli occhi degli investigatori. Il giudice Francesco Patrone, firmatario dell'ordinanza, va oltre la lettura degli avvenimenti del 2010, analizzando la guerra criminale nell'ottica di un conflitto aggravato dall'agevolazione mafiosa. «Il tentato omicidio di Carmine Ciarelli - scrive il giudice - ha segnato un importantissimo punto di svolta nell'attività criminale del sodalizio Ciarelli-Di Silvio, determinandone una immediata alleanza al fine di riaffermare il proprio potere criminale a scapito di quelle forze contrarie che avevano deciso di minarlo con un atto così eclatante».

L'omicidio Moro è solo uno dei «tasselli della risposta del clan», che comprende anche l'omicidio di Fabio Buonamano, il tentato omicidio di Fabrizio Marchetto avvenuto circa un mese dopo per vendicare la morte di Ferdinando Di Silvio detto Il Bello, ma anche i tentati omicidi di Silvio Savazzi e Maurizio Santucci (22 maggio 2010), Alessandro Annoni (29 maggio 2010) e Gianfranco Fiori (6 giugno 2010) ritenuto l'esecutore materiale dell'agguato a Carmine Ciarelli.

Una lettura dei fatti emersa nel processo Caronte, poi confermata dai pentiti Pugliese e Riccardo, e adesso anche da Pradissitto. Il quale ha reso noto la lista di persone che il clan voleva uccidere, così come deciso in una riunione dopo l'omicidio Buonamano.

Nel mirino c'erano Fabrizio Marchetto, Carlo Maricca, Mario Nardone, Maurizio Santucci, i fratelli Antonio e Pietro Mazzucco. Una linea stragista, così è stata definita dai magistrati, alla quale però lo Stato ha saputo rispondere con fermezza.

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