Ispettori in Comune: l'Anac manda gli atti 2013-2015 alla Corte dei Conti

Ispettori in Comune: l'Anac manda gli atti 2013-2015 alla Corte dei Conti
di Vittorii Buongiorno
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Giovedì 6 Giugno 2019, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 16:51
IL CASO
Un viaggio nel passato che mette paura ancora oggi. Nel marzo scorso l'Autorità Nazionale Anticorruzione ha deliberato le risultanze degli accertamenti ispettivi svolti dal parte del Ministero Economia e Finanze Ragioneria generale dello Stato e relativi all'attività negoziale del Comune di Latina nel periodo 2013 e 2015, ovvero negli anni dell'amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Di Giorgi, nonchèé«verificare il rispetto della normativa che disciplina le procedure di affidamento degli appalti di lavori, servizi e forniture» durante quel biennio.
LE DATE
Trenta pagine che mettono nero su bianco prassi discutibili svolte per anni in barba alle normative. Ma partiamo dall'inizio. L'ispezione viene disposta il 14 marzo del 2016 e dura due mesi e mezzo, dal 6 aprile al 23 giugno di quell'anno. Comincia cioè quando il Comune è guidato dal commissario prefettizio Giacomo Barbato e si conclude all'indomani dell'elezione di Damiano Coletta avvenuta il 20 giugno. Gli ispettori trovano tante e tali magagne che le risultanze istruttorie vengono inviate al Comune solo il 19 aprile dello scorso anno.
LE CONCLUSIONI
E un altro anno passa per le controdeduzioni e le valutazioni finali che il Messaggero è in grado di anticipare. Le conclusioni sono impietose e spiegano molto di come andavano le cose in passato e di come sono cambiate, ma fornisce probabilmente anche spunti per capire cosa ancora oggi freni l'amministrazione locale. Alla fine sono 13 i rilievi rilevati dall'Anac che portano il presidente facente funzioni Francesco Merloni a dare «mandato agli uffici di vigilanza di trasmettere la presente delibera alla Procura della Corte dei Conti della Regione Lazio per le valutazioni di competenza».
PRATICHE DISINVOLTE
Le verifiche degli ispettori mettono nero su bianco quello che le inchieste della procura della Repubblica avevano già fatto emergere, in particolare la disinvoltura con cui venivano gestite o non gestite le procedure a cominciare dalle nomine dei Rup, i responsabili unici del procedimento, che, a differenza di quanto prevede la normativa (e anche il nome), cambiavano più volte nel corso dell'iter facendo alla fine valere la regola che nessuno è responsabile di nulla. Invece «la ratio di tale norma - commenta l'Anac - è proprio quella di avere un unico interlocutore per tutte le fasi del procedimento» e dunque quanto accadeva in Comune «risulta in contrasto con quanto previsto dal codice dei contratti e ribadito dalle linee guida dell'autorità». Una carenza che probabilmente spiega tanti procedimenti che si sono arenati o che sono durati un decennio.
GLI APPALTI
Sono poi emerse criticità relative alle aggiudicazioni di appalti sotto i 40 mila euro senza ricorrere al Mepa, il mercato della pubblica amministrazione: «in non pochi casi l'ente non ha utilizzato tale sistema di approvvigionamento» chiosa l'Anac. Per non parlare del codice identificativo delle gare che il Comune all'epoca non era solito usare: «Le difficoltà incontrate dagli uffici per quanto comprensibili non possono giustificare le inadempienze riscontrate in merito al perfezionamento dei Cig».
Gli ispettori poi puntano il dito sulle proroghe contrattuali, in particolare quella del trasporto pubblico, situazione che solo nel 2018 l'attuale amministrazione è riuscita a sanare con una nuova gara d'appalto varata tra mille difficoltà. Un modo di agire in cui l'Anac rileva «l'assenza di presupposti giuridici». Ma è solo l'inizio. Gli ispettori hanno «evidenziato ulteriori problematiche» relativamente a «esecuzione dei contratti e liquidazione dei pagamenti», «affidamenti diretti», «documentazione gare», «utilizzo ribassi d'asta» e «condizioni risolutive» e «documentazione antimafia». Dirigenti e funzionari dell'epoca (anche se alcuni sono tutt'ora in servizio) non ne escono bene.
LE CONTRODEDUZIONI
Solo in alcuni casi le controdeduzioni soddisfano gli ispettori, nella gran parte dei casi invece o non spiegano o non convincono la Ragioneria generale. Ma l'Anac critica anche il fatto che «le note di controdeduzioni a cura della segreteria generale del Comune di Latina si limitano ad allegare le relazioni a firma dei vari dirigenti interessati» e ciò ha comportato che «ognuna delle criticità è stata trattata in maniera non organica e senza una visione di insieme». Ma alla fine sono ben tredici i punti inm cui vengono rilevati «profili di carenza in ordine all'applicazione della normativa».
Vittorio Buongiorno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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