Invasione di granchi blu, scatta l'allarme nel Parco del Circeo

Invasione di granchi blu, scatta l'allarme nel Parco del Circeo
di Ebe Pierini
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 20:07

È allarme nel Parco Nazionale del Circeo per l'invasione da parte dei granchi blu. Riconoscibilissimi per via del colore azzurro intenso che caratterizza le loro chele sono anche dannosissimi perché sono in grado di tagliare e danneggiare le reti dei pescatori ma anche quelle degli allevamenti di mitili di cui poi si nutrono.

Nel lago di Paola, a Sabaudia sono aumentati in maniera esponenziale e sono presenti anche a Latina, a Rio Martino anche se non si esclude che possano invadere tutti gli altri laghi costieri del Parco Nazionale del Circeo.

In realtà si tratta di un fenomeno ben più vasto che interessa l'Italia intera ed in particolare l'Adriatico, la zona di Chioggia ad esempio dove si allevano cozze e vongole.

Stessa scena sul lago di Paola dove sussiste un allevamento di mitili.

Il suo nome scientifico è Callinectes sapidus, il che ci fa comprendere che è edibile e soprattutto molto saporito. Nel Nord America, sulle coste atlantiche questo granchio ha un grosso mercato e il suo prezzo si avvicina a quello delle aragoste. Ormai si è diffuso a macchia d'olio anche in Italia anche perché si riproduce molto velocemente.

Il Consorzio Universitario per la Ricerca Socio economia e per l'Ambiente ha recentemente terminato le attività di ricerca e di monitoraggio del progetto Inblu Indagine nel blu che ha previsto un'approfondita indagine sullo stato di conservazione della Zona Speciale di Conservazione denominata Fondali tra Capoportiere e Lago di Caprolace nel sistema Rete Natura 2000.

«Le prime indicazione dei dati raccolti sul granchio blu, specie aliena invasiva, fanno presupporre un aggravarsi del problema nei prossimi anni» si legge in un post su Facebook del Cursa.

Ma come si può arginare il problema? «Per ridurre l'invasione si potrebbe intervenire a livello nazionale per autorizzarne la vendita anche perché sono molto buoni da mangiare», spiega il presidente del Parco Nazionale del Circeo Giuseppe Marzano. «Sono predatori che competono con altri animali della zona protetta e mangiano giovani pesci e molluschi. Purtroppo non hanno antagonisti. Anche se gli studiosi hanno trovato un dente di volpe in un granchio. Questo significa che forse questo tipo di animale potrebbe cibarsene. Stiamo ragionando sul da farsi. Si può ipotizzare di utilizzare delle piccole nasse per catturarle anche perché danneggiano le reti dei pescatori. Si diffondono rapidamente perché nuotano come i pesci e si muovono molto. Tra l'altro è stato dimostrato che per catturarli sono buone delle esche con bocconi di pollo di cui sono ghiotti».

Lungo la costa, in particolare a Latina e Sabaudia, vengono pescati a mani basse e che c'è chi ne pesca chili e chili per poi rivenderli ai ristoratori, anche se la legge lo vieta. «Sono buonissimi - racconta un bagnante - sabato ero alla Bufalara ed era strapieno sulla parte interna del molo, ho visto persone che ne hanno presi chili e chili, erano talmente tanti che sicuramente li hanno venduti».

Su Facebook alla richiesta: qualcuno mi sa dire se il granchio blu è presente fra Rio Martino e Capo Portiere? Arrivano decine di commenti e foto. Antonio racconta: «Un mio amico pescatore mi ha detto che è pieno, li vanno a pescare dagli scogli, soprattutto i cinesi, non mi chiedere perché».

Tommaso, che aveva posto la domanda, risponde sicuro: «Perché sono buoni, te lo dico io». Stefano conferma: «Già i cinesi, li pescano con il petto di pollo, si attaccano da soli, l'ho visto io a Rio Martino». Sinuè Basciu, sotto Torre Paola, si vanta scherzando di avere il primato: «Ho pescato il granchio più grosso, misurava 35 centimetri, sono stracarichi di uova nere e quindi pronte alla schiusa».

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