Quel campetto di Cha-Cha simbolo del clan intoccabile spazzato via con Don't Touch

Costantino Di Silvio detto "Cha-Cha"
di Marco Cusumano
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Venerdì 4 Novembre 2016, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 12:52
La società sportiva si chiamava "Campo Boario Forti e Liberi" e tutti sapevano a chi faceva capo, nonostante militasse in una categoria di calcio dilettantistica. Gianluca Tuma e Costantino Di Silvio, da tutti conosciuto come Cha-Cha, sono nomi che a Latina non necessitano di nessuna presentazione. Ma quella realtà sportiva esisteva da molto prima dell'arrivo dei due leader del clan, finiti in manette nell'operazione Don't Touch.

Già dai primi anni Ottanta un gruppo di appassionati fondò il gruppo "Forti e Liberi", creando un punto di ritrovo per molti giovani del quartiere, considerato tra i più degradati della città, tanto che aveva conquistato il poco invidiabile soprannome di Bronx.

Le cose però, dopo un buon inizio, andarono sempre peggio e la società accumulò debiti sempre maggiori. Nel 1992 subentrarono nella proprietà Tuma e Di Silvio, i quali investirono molto, nel corso degli anni, sul rilancio della squadra, arrivando a vincere il campionato di Seconda categoria nella stagione 1999-2000, ottenendo così la promozione.

La società è cresciuta, anno dopo anno, intorno alle due figure dei leader, senza però mettersi mai in regola. Eppure nessuno, in quegli anni, ha mai contestato nulla. Così i ragazzi di Tuma e Cha-Cha si allenavano nell'impianto sportivo di via Coriolano, di proprietà del Comune di Latina, senza che la società pagasse il canone e, almeno recentemente, senza una concessione legittima.

Scavando tra le carte del Comune si scopre, lo scorso anno, che il campo è nell'elenco dei «beni da valorizzare». Un elenco redatto con delibere di giunta del 2013, 2014 e 2015. Fra le «concessioni in scadenza da rinnovare» c'è anche quella di via Coriolano, che figura come «terreno ricadente nel Ppe R/7 destinato a verde pubblico attrezzato (impianto sportivo)». La società di Tuma e Cha-Cha non ha mai depositato bilanci in Camera di Commercio. Il commissario Barbato decise di staccare le utenze, vista la situazione di assoluta illegalità nell'uso del campo sportivo. Ma quel campo, seppur non più utilizzato per gli allenamenti, è rimasto di fatto in uso alla famiglia Di Silvio, come se fosse un giardino privato dove tenere cavalli e materiale. Fino a ieri mattina quando il campetto di Cha-Cha, come molti lo chiamavano, è tornato finalmente nelle mani del Comune.

E ora sono i cittadini a essere più forti e liberi.